Il 2025 a Rimini è iniziato con un vero e proprio Elisir d’amore. L’altro ieri il teatro Galli ha alzato il sipario per la tradizionale opera di Capodanno, andata in scena per il bis ieri sera: la replica domani alle 20.30 per il gran finale. Uno spettacolo da tutto esaurito per tutti e tre gli appuntamenti, con oltre 2mila gli spettatori. "Il pubblico ha apprezzato tanto Elisir d’amore alla prima e tutto è andato liscio – fanno sapere dal coro ’Amintore Galli’ – I commenti che ci sono arrivati sono stati veramente pieni di entusiasmo. L’abbiamo visto anche dalle tre standing ovations che abbiamo ricevuto alla prima".
A cantare il melodramma giocoso in due atti di Gaetano Donizetti è il coro lirico della città di Rimini ’Amintore Galli’, con la regia di Carlo Tedeschi e la direzione d’orchestra affidata al maestro Stefano Giaroli. "Sono andati a ruba anche i biglietti per i posti dedicati al solo ascolto – continuano gli organizzatori – Questo ci fa capire quanto sia apprezzata l’opera in tutta Rimini e sia diventata ormai una tradizione metterla in scena i primi giorni dell’anno".
La trama di Elisir d’amore ruota intorno alle vicende del contadino Nemorino, innamorato di Adina, ma incapace di farsi corrispondere. La situazione si complica ancora di più quando un finto dottore, Dulcamare, vende al contadino un fantomatico elisir d’amore per far cadere ai suoi piedi la donna.
Sul palco dell’opera di Capodanno ci sono anche una decina di coristi della compagnia Ragazzi del lago, che da un anno stanno provando insieme al coro città di Rimini, così come alcuni dei ballerini sul palco, provenienti direttamente dalla scuola di Carlo Tedeschi. Domani le musiche di Donizetti faranno entrare il pubblico nel mondo del melodramma gioioso, avvolgendo i personaggi della storia. Mentre il coro, commenterà gli accadimenti e spesso ne sarà vero e proprio promotore, insieme ai danzatori ed attori.
L’opera di Capodanno di quest’anno rappresenta un duplice traguardo per il coro riminese, che compie 30 anni di attività e 30 di opere in scena. Era il 2004 quando il coro presentava per la prima volta un’opera lirica, da lì una tradizione che da due decenni si rinnova ogni anno.
Federico Tommasini