ANDREA OLIVA
Cronaca

L’olio e l’incubo dazi: "Problema da aggirare. La Riviera è una vetrina usiamola per vendere"

Maurizio Saggion, consulente ed esperto di settore per Cna "Il prodotto delle colline riminesi ha raggiunto un alto livello. . Facciamolo conoscere agli stranieri e vendiamo online". .

Maurizio Saggion, consulente ed esperto di settore per Cna "Il prodotto delle colline riminesi ha raggiunto un alto livello. . Facciamolo conoscere agli stranieri e vendiamo online". .

Maurizio Saggion, consulente ed esperto di settore per Cna "Il prodotto delle colline riminesi ha raggiunto un alto livello. . Facciamolo conoscere agli stranieri e vendiamo online". .

Per evitare l’effetto dei dazi americani sull’olio delle colline riminesi, c’è una alternativa: "Puntare sulla nostra Riviera e sui turisti". Ad analizzare la situazione del comparto produttivo di settore nel riminese è Maurizio Saggion, esperto, consulente di Cna e referente delle Masterclass sull’olio extravergine.

Saggion, che effetto provocheranno i dazi americani sull’olio riminese?

"In questo caso dobbiamo considerare l’effetto a lungo termine. Oggi la forza produttiva del settore in questo territorio è ridotta e le esportazioni verso l’altro continente limitate. Pertanto non vi è un grosso effetto immediato, ma è la prospettiva che ne viene bloccata. Il problema sta nello sviluppo delle vendite da export in futuro, a questo punto da rivedere".

Dunque una battuta di arresto per il settore produttivo?

"E’ quanto dobbiamo evitare che accada, e credo ci siano le modalità per procedere in questo senso"

Cos’ha in mente?

"In questo territorio negli ultimi 5-6 anni c’è stato uno sviluppo molto importante. Oggi siamo arrivati a un olio di prim’ordine con un alto livello qualitativo. D’altronde in questo territorio ci sono condizioni naturali per la cresciuta dell’olivo, straordinarie. Ora il passaggio successivo dovrà essere quello di aumentare la produzione interessando anche l’estero".

E i dazi?

"E’ possibile aggirare il problema puntando sul mercato locale".

Sembra un controsenso.

"I nostri produttori hanno una vetrina a dir poco eccezionale per presentare il prodotto, non penso ce ne siano altre così: mi riferisco alla Riviera e al turismo. Ma c’è un problema. Oggi le attività turistiche, prendiamo i ristoranti e gli hotel, non sempre presentano il prodotto locale. Al contrario, spesso troviamo olii provenienti da altri paesi dell’Unione europea oppure confezionati in bustine. Questa è la realtà. Pensiamo invece a cosa potrebbe accadere se sulle tavoli dei locali, dunque a disposizione dei turisti, ci fosse l’olio di questa terra. Il cliente potrebbe assaggiare e conoscere la bontà di questo prodotto, e la sua altissima qualità".

Facile a dirsi...

"E’ tuttavia necessario fare questo passo anche perché ci permetterebbe di intercettare direttamente il turista, e mi riferisco anche a quelli stranieri. Invece che impostare costose campagne per collocare il prodotto in Paesi stranieri, gli faremmo conoscere qui il nostro olio".

In pratica per i nostri produttori l’America è la Riviera.

"Può apparire uno slogan, ma in effetti abbiamo una vetrina eccezionale e andrebbe sfruttata al meglio. Se un turista conosce questo olio poi lo compra, qui, oppure online".

Per altro l’effetto dei dazi sugli acquisti online potrebbe essere meno pesante.

"Appunto. Ma c’è anche dell’altro. Dobbiamo comunicare l’alto livello qualitativo raggiunto dal nostro olio. Non abbiamo nulla da invidiare a quello prodotto in Toscana, anzi abbiamo un prodotto che può essere anche migliore e a dirlo sono gli stessi riconoscimenti che l’olio di questo territorio ha raggiunto in pochi anni, dal Gambero rosso a Bibenda".

Andrea Oliva