REDAZIONE RIMINI

"L’Inps mi tartassa e vuole da me 4mila euro"

L’odissea di una prof di Santarcangelo: "Vedova dal 2005, percepisco una piccola pensione di reversibilità. L’istituto chiede il rimborso"

L’odissea di una prof di Santarcangelo: "Vedova dal 2005, percepisco una piccola pensione di reversibilità. L’istituto chiede il rimborso"

L’odissea di una prof di Santarcangelo: "Vedova dal 2005, percepisco una piccola pensione di reversibilità. L’istituto chiede il rimborso"

"Si tratta di un’altra batosta insostenibile da parte dell’Inps. Dopo la morte di mio marito rivogliono indietro da me 4.400 euro" afferma con la voce rotta dall’emozione Emanuela Grassetto, insegnante di musica alla scuola media di Santarcangelo, rimasta vedova nel 2005 a 39 anni. La donna da quel momento in poi ha dovuto sostenere lei e suo figlio, con il suo solo stipendio da docente – precaria fino al 2015 – e con una piccola pensione di reversibilità. A novembre dell’anno la signora ha dovuto pagare 2.600 euro all’Inps a causa della rimozione dell’integrazione al minimo (normativa sul comulo dei redditi). Passano i mesi e proprio qualche giorno fa Emanuela Grassetto ha ricevuto un’altra notifica: "Speravo non continuassero a chiedermi soldi. Invece mi hanno chiesto 4465,82 euro per gli anni 2021 e 2022. Il motivo? Secondo loro il mio reddito è aumentato e per questo motivo ho dovuto pagare questa somma. È una vergogna".

Ma la donna precisa: "Ho sempre dichiarato tutto e se anche il mio reddito è aumentato, è perché probabilmente c’è stato un adeguamento del mio stipendio da docente. E comunque se sono arrivate delle altre piccole entrate, riguardano la mia passione che è diventata anche un lavoro. Ovvero quella della musica e del violino". La donna, ancora oggi, si chiede: "Dove era lo Stato quando mio marito Maurizio si ammalò di cancro ai polmoni? Quando lui nel giro di un anno morì restai da sola, con un figlio di neanche 7 anni e con il mio lavoro precario da insegnante. Non dimenticherò mai i pianti, la paura di non farcela". Poi la vita è andata avanti. Emanuela oggi ha 59 anni. Non è più precaria. "Dal 2015 sono docente di ruolo. Quel posto me lo sono sudato con le mie forze dopo due concorsi ministeriali". L’Inps, dopo la morte del marito, le ha assegnato una pensione di reversibilità. "Appena 400 euro al mese, perché mio marito, che se n’è andato 50enne, aveva pochi anni di contribuzione. "Nell’immediato mi è servita a sopravvivere. Ma è qualcosa a cui tengo, perché è ciò che mi resta di lui". La cifra è poi scesa a circa 150 euro. "I 4.400 euro che rivuole l’Inps? Si mettono in difficoltà le famiglie, spero che l’istituto capisca e si trovi una soluzione".

Aldo Di Tommaso