Rimini, 16 gennaio 2025 – Perché l’Ausl ha smaltito per anni quei rifiuti degli ospedali di Rimini e provincia "senza alcuna autorizzazione", sversando nella rete fognaria pubblica i materiali biologici? "Qualcuno ha ottenuto vantaggi, o convenienze economiche, con quella pratica vietata dalle norme?", si interroga ora Nicola Marcello, medico e consigliere regionale e comunale di Fratelli d’Italia. Che farà presto un’interrogazione in Regione "per andare fino in fondo a questa vicenda", venuta a galla grazie alle indagini della Procura.
L’inchiesta sull’illecita gestione dei rifiuti negli ospedali di Rimini, Riccione, Cattolica, Santarcangelo e Novafeltria ha portato all’iscrizione di 9 persone sul registro degli indagati: Marcello Tonini, ex direttore generale Ausl, Tiziano Carradori, al suo posto dall’estate 2020, altri dipendenti dell’Ausl e 5 tra dirigenti e funzionari di Arpae, l’Agenzia regionale per l’ambiente. A tutti è stata contestata "la gestione illecita di rifiuti non pericolosi" in violazione dell’articolo 256 del codice dell’ambiente. Per diversi anni, "almeno fino al 2018" secondo la ricostruzione della Procura, i recipienti contenenti materiali biologici umani, come le padelle per i pazienti allettati, sono stati trattati, smaltiti e poi "convogliati nella rete fognaria pubblica senza alcuna autorizzazione".
La pratica è andata avanti anche dal 2018 al 2021, con i permessi rilasciati da Arpae. Ma quelle autorizzazioni non potevano essere rilasciate, secondo la Procura, perché violavano le norme vigenti. Una "pratica vietata", che poi l’Ausl ha interrotto usando altri sistemi di smaltimento. Nel frattempo l’indagine è proseguita e, nel luglio 2024, è arrivato il decreto penale di condanna per Tonini, Carradori e gli altri indagati. Tutti e 9 hanno deciso di opporsi alla condanna e di affrontare il processo ordinario (che partirà il 18 marzo), "certi di poter dimostrare – dicono i loro legali – la correttezza dell’operato e la loro innocenza". "Andremo in tribunale sereni", assicura Carradori.
Ma per Marcello restano ancora tanti punti oscuri. "Carradori e Tonini sono coinvolti solo perché ricoprono o hanno ricoperto (nel caso di Tonini) il ruolo di direttore generale dell’Ausl, ma le responsabilità vanno cercate altrove – osserva il consigliere di FdI – Chiederemo spiegazioni alla Regione. Esistono norme e protocolli precisi su come gestire e smaltire i rifiuti ospedalieri: sono stati rispettati? Se, come apprendiamo dalla stampa, l’accusa è di aver riversato direttamente nella rete fognaria i liquami biologici, si tratta di una violazione grave. Perché è stata utilizzata questa pratica? Conveniva, economicamente, a qualcuno?".
Al di là del caso finito nel mirino della Procura, "è bene fare luce su come vengono gestiti e smaltiti tutti i rifiuti dei nostri ospedali in Romagna. Per questo – annuncia Marcello – ho intenzione di presentare a breve un’interrogazione sul tema".