Rischia la chiusura l’hotel più volte multato per irregolarità di vario tipo. I cui clienti hanno aperto una pagina Facebook per raccogliere testimonianze in vista di una possibile azione legale collettiva. L’hotel, di Rimini Sud, tra Bellariva e Marebello, è finito nel mirino dopo le "tante telefonate e alcuni esposti – segnala l’amministrzione comunale – estesi anche su note piattaforme web di prenotazione online, che hanno attivato già da una decina di giorni controlli a raffica". Interventi ripetuti da parte della polizia locale, impegnata in diverse azioni con una squadra interforze con Ausl, polizia di Stato e vigili del fuoco. Già dal 21 luglio gli agenti della polizia locale si erano presentati nella struttura e avevano contestato, all’unico dipendente trovato in hotel, la violazione della norma del Tulps che impone la presenza sul posto del proprietario o di un suo delegato. "Cosa che non è avvenuta neanche dopo le diffide e le verbalizzazioni successive per la medesima violazione", aggiunge il Comune. Ispezioni che si sono susseguite in più i giorni anche nella settimana successiva, con un’unità interforze. Fino all’ultimo blitz, il controllo di venerdì scorso fatto insieme ai vigili del fuoco per le verifiche legate alla sicurezza dei luoghi e la presenza di tutte le procedure di prevenzione degli incendi, obbligatorie quando si superano certe dimensioni o numero di camere. Violazioni sulle quali sono in corso accertamenti da parte dei vari enti, che "potrebbero portare in tempi rapidissimi a provvedimenti sanzionatori anche drastici, oltre a quelli già contestati". Appunto il game over, la chiusura. Oltre a inondare il web di recensioni negative nei confronti della struttura ricettiva, pochi giorni fa ’sparita dai radar’ anche su Booking, numerosi turisti hanno segnalato casi di presunte truffe anche l’Aia Federalberghi di Rimini. E presentato denunce alle forze dell’ordine.
"Ci segnalano caparre versate e poi i gestori dell’albergo che si sono fatti di nebbia, non rispondendo neppure al telefono, e vendevano camere inesistenti", spiega la presidente Patrizia Rinaldis. Che fa un esempio: "Per la settimana dal 13 al 20 agosto sono stati chiesti a una famiglia 1.078 euro; ne hanno versati 400, dopodiché non hanno più avuto alcun riscontro, l’hotel è diventato fantasma. Questa è la punta dell’iceberg, di casi similari, che rappresentano un danno di immagine pesante per il nostro sistema turistico, ce ne sono altri, anche se in forma meno grave". "Come associazione – chiosa Rinaldis – invitiamo chi affitta gli alberghi a fare accurate verifiche, anche perché il rischio di non incassare un euro è concreto; ai turisti l’invito a diffidare da offerte troppo basse, come 30 euro in agosto per la pensione completa".
Mario Gradara