LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

Le ha sparato due colpi alla schiena Ma una spiegazione ancora non c’è

Resta un mistero l’omicidio-suicidio di via Gambalunga. Svetlana era a letto e stava dormendo

Le ha sparato due colpi alla schiena Ma una spiegazione ancora non c’è

di Lorenzo Muccioli

Due persone morte e un mistero destinato molto probabilmente a rimanere tale. Non sarà facile sbrogliare l’intricata matassa che avvolge l’omicidio-suicidio avvenuto nell’appartamento al terzo piano del condominio al numero 74 di via Gambalunga, nel cuore di Borgo marina. Gli investigatori della squadra mobile di Rimini, diretta dal vice questore aggiunto Dario Virgili, sono al lavoro per comprendere le motivazioni che hanno spinto Gioacchino Leonardi, 49 anni, da tutti conosciuto come Gino, a impugnare la pistola regolarmente detenuta per uso sportivo e sparare due colpi alla schiena della moglie di origine moldava, Svetlana Ghenciu, 48 anni, prima di rivolgere l’arma contro se stesso e togliersi la vita. Un femminicidio, seguito come molto spesso accade da un suicidio, al quale tuttavia non è stato ancora possibile trovare un movente.

Sul conto di Leonardi, infatti, non risultano segnalazioni o denunce per maltrattamenti o episodi di violenza nei confronti della moglie. Le persone interrogate – tra le quali il figlio sedicenne di Gioacchino e Svetlana, il primo a dare l’allarme lunedì attorno alle 17 rientrando a casa dopo due giorni di assenza e trovando la porta chiusa dall’interno – hanno dipinto l’immagine di una coppia come tante, senza particolari screzi. Una convivenza normale, la loro, che – stando alle testimonianze dei vicini di casa – procedeva tra alti e bassi, magari con qualche discussione ogni tanto, ma senza che nessuno avesse mai sentito o assistito a litigi feroci o scenate. Per il momento viene dunque escluso il movente della gelosia, così come un possibile desiderio di ‘vendetta’ da parte di Leonardi, anche se nessuno può dire con certezza quali fossero le dinamiche di coppia che regolavano la vita tra le mura domestiche. Il 49enne, stando a quanto emerso, era incensurato, non soffriva di disturbi psichiatrici e non assumeva farmaci. Se le ragioni del gesto almeno per ora restano incomprensibili, la dinamica non dovrebbe invece lasciare spazio ai dubbi. Svetlana era distesa prona nel letto, con la faccia appoggiata al cuscino, posizione che da qualche tempo era costretta a tenere a causa di una ferita alla schiena dovuta ad un recente intervento all’ernia. Gioacchino si sarebbe avvicinato, in un momento in cui la moglie stava forse riposando o dormendo. Avrebbe quindi aperto il fuoco due volte, prima di togliersi la vita, cadendo quindi riverso sulla donna, la pistola ancora in mano. In sala da pranzo, la tavola era apparecchiata per una persona. Qualche risposta in più potrà arrivare forse dall’analisi dei cellulari di marito e moglie, entrambi posti sotto sequestro. Si attende anche l’esito dell’autopsia sui due cadaveri, che è stata disposta per domani dal magistrato di turno, il sostituto procuratore Annadomenica Gallucci. Nelle prossime ore potrebbe essere ascoltato nuovamente il figlio della coppia, già sentito dagli inquirenti nelle ore successive al ritrovamento dei corpi.