MASSIMO PANDOLFI
Cronaca

Le grane della Riviera. Concessioni, mucillagine e vacanze mordi e fuggi: "Un modello da rivedere"

Ferragosto, tempo di bilanci. Futuro incerto, i balneari devono fare i conti con la Bolkestein. L’esperto: "Meno turisti? Offerta alberghiera rivolta ai ceti medio-bassi, più colpiti dalla crisi".

Rimini, 14 agosto 2024 – Ferragosto caldo. Caldissimo. Il termometro brucia, l’acqua del mare bolle e sembra un brodo. La mucillagine (inutile girarci attorno) è tornata ad essere, 35 anni dopo l’invasione del 1989, la protagonista dell’estate. Poi ai bagnini gira la testa: non solo per il caldo.

C’è infatti da fare i conti con una stagione che non va granché, tanti ombrelloni sono vuoti, e c’è questa storiaccia della Bolkestein e delle concessioni che dopo diciotto anni è davvero ai titoli di coda o se volete d’apertura. Da un momento all’altro i titolari degli stabilimenti balneari non potranno più godere vita natural durante dei loro Bagni o Chalet.

La prossima stagione balneare italiana (2025) potrebbe addirittura iniziare con tanti nuovi concessionari in spiaggia. Ma ci sono 1.200 ’gare’ da fare solo in Emilia-Romagna; devono organizzarle i Comuni ed è complicatissimo.

Le grane della Riviera. Concessioni, mucillagine e vacanze mordi e fuggi: "Un modello da rivedere"
Una foto scattata a Punta Marina (Ravenna) qalche giorno fa: scene simili si ripetono da settimane in tutta la costa adriatica

E bisogna trovare il modo di concedere agli attuali gestori delle spiagge indennizzi o rimborsi e magari diritti di prelazioni per le gare stesse.

Auguri, L’altro giorno anche l’Antitrust, dopo l’Unione Europea, ha chiesto ai Comuni balneari di fare subito i bandi, il Governo cercherà di arrivare a fine 2025, ma chissà se ci riuscirà.

Argomento delicato ed esplosivo. Anche perché la Riviera resta, non dimentichiamolo, la regina del turismo per l’Emilia-Romagna e in fondo anche per le Marche.

Ma questo modello ha già subito da anni una netta trasformazione: non si vive, non si può vivere di solo mare. La famigliola milanese che andava quindici giorni a svernare nella pensioncina di Viserbella è preistoria.

Va di moda il turismo dodici mesi su dodici, o quasi: quello dei convegni, dello sport, delle sagre, dei concerti, di un po’ tutto.

Agosto una volta era il mese degli italiani in Riviera, ma ora c’è il crollo. Perché? "Perché abbiamo tutti sempre meno soldi" allarga le braccia Sandro Lepri, uno dei patner di Trademark Italia, la società che con Unioncamere è l’osservatorio scientifico della Regione Emilia Romagna per il turismo. "La nostra Riviera ha una ricezione alberghiera dedicata in particolar modo alla classe medio-bassa che risente di più della crisi".

Già. Su tremila alberghi, dai Lidi ferraresi a Cattolica, l’ottanta per cento ha solo due o tre stelle. "E questi clienti _ aggiunge Lepri _ o stanno a casa oppure riducono le giornate di permanenza in vacanza. O addirittura si fanno solo il weekend".

E gli stranieri? "Bisogna…chiamarli _ chiude il discorso Lepri _ L’offerta crea la domanda. La Polonia è stata la nazione maggiormente rappresentata a Rimini nell’estate 2023 e sapete perché? Semplice: c’erano tre voli diretti settimanali Rimini-Varsavia e dintorni".

Ecco, gli aeroporti, le infrastrutture. Altro tormentone. Salire in macchina e andare in Riviera il weekend continua ad essere uno strazio, anzi un autostrazio, sia all’andata che al ritorno.

"Noi puntiamo molto sul trasporto aereo e sui treni _ spiega Emanuele Burioni, direttore dell’Atp, azienda di promozione turistica regionale – Sulle rotaie siamo molto migliorati. A Rimini l’anno scorso un turista su due è arrivato in treno. Serve sistemare la costa ravennate. E vogliamo portare sempre più turisti in Riviera anche in aereo. Si può".

Ma torniamo al ferragosto, al mare e alla mucillagine, che speriamo scompaia anche se c’è uno scienziato dei mari di Fano, Corraddo Piccinetti, che vede nero: "Rischiamo di tenercela per un altro mese. Spariamo sui fondali masse d’acqua dalle vongolare per provocare una mareggiata artificiale".

"Noi vecchi – ricorda Sandro Lepri – ci ricordiamo la mucillagine del 1989, siamo informati, non ci fa paura. Ma i giovani non la conoscono e bisognerebbe forse ricominciare a spiegare tutto da capo".

Fu Geniale, 35 anni fa, l’allora presidente dell’Apt Primo Grassi. La Riviera era piena di mucillagine, i turisti fuggivano, i giornali tedeschi ci sparavano addosso di tutto e lui prese una motonave, fece salire a bordo Rai, giornali e tv di mezzo mondo e quando arrivò al largo, senza dire una parola, immerse un bicchiere nell’Adriatico e bevve la mucillagine.

Fu lo spartiacque. La rinascita. L’inizio della riscossa.

Ora mille esperti ci dicono che non fa male fare il bagno, non ci si ammala, non succede nulla: tutto ciò ci tranquillizza, ovvio, Ma è normale che di fronte a questo spettacolo i turisti non siano, diciamo così, invogliati a buttarsi in acqua.

Ora godiamoci questo Ferragosto, sì. Poi, per favore, sforziamoci di inventare qualcosa di più, qualcosa di nuovo. La Riviera ne ha bisogno.