Una morte rapida, causata dalle prime quattro coltellate che hanno raggiunto la vittima alla schiena, al collo e al torace. Grazie all’autopsia condotta dal medico legale Loredana Buscemi, si delineano gli ultimi istanti di vita di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa con 17 fendenti da arma da taglio nella zona garage sotterranea del complesso condominiale di via del Ciclamino, nella notte a cavallo tra martedì e mercoledì. L’esame disposto dal sostituto procuratore Daniele Paci, sembra confermare quelle che erano le impressioni emerse subito. Pierina avrebbe lottato disperatamente con il suo aggressore, venendo ferita anche alle braccia. Lo sconosciuto, che molto probabilmente conosceva bene le sue abitudini e che ogni probabilità le ha teso una trappola, aspettando che facesse ritorno a casa e che posteggiasse la macchina nel garage dopo l’incontro di preghiera nella sala del Regno dei Testimoni di Geova, si sarebbe poi accanito sul corpo dell’anziana ormai deceduta tra la porta tagliafuoco del sotterraneo e le scale che conducono agli appartamenti della palazzina al civico numero 31. Quella di Pierina è stata dunque una morte rapida, causata - sospettano gli inquirenti - da qualcuno che la 78enne probabilmente conosceva: forse un familiare o magari uno degli inquilini del maxi-condominio di Ca’Acquabona. I figli di Pierina - Giacomo, Chiara e Giuliano Saponi -, attraverso i loro legali (gli avvocati Monica e Marco Lunedei), hanno presentato richiesta di nulla osta per la sepoltura della donna. La cerimonia potrebbe svolgersi già questa settimana. In vista di un eventuale processo che potrebbe però richiedere la riesumazione della salma, non sarà consentita la cremazione. Nel frattempo gli agenti della squadra mobile di Rimini, guidata dal vice questore aggiunto Dario Virgili, stanno compiendo accertamenti a 360 gradi, prendendo in considerazione tutte le possibili ipotesi investigative. All’appello manca ancora l’arma del delitto, verosimilmente una lama di piccole dimensioni. Accertamenti sono stati compiuti anche sull’ascensore che collega il seminterrato alla palazzina in cui abitava Pierina nell’appartamento proprio di fronte a quello della nuora Manuela Bianchi e del marito Giuliano Saponi (quest’ultimo ancora ricoverato nella clinica Sol et Salus dopo l’incidente del 7 maggio scorso): secondo alcune indiscrezioni, la sera in cui si è consumato il delitto l’impianto di sollevamento non sarebbe stato in funzione.
Lorenzo Muccioli