
Le sculture esposte a Mondaino
Un dialogo tra presente e passato, forme figurative e richiami astratti e decorativi. Le opere di Roberto Dal Maso incontrano antiche sculture della cultura africana: è il nuovo appuntamento della dimora d’arte Ribo104 di Mondaino in programma oggi alle 17,30. Negli spazi ipogei della galleria del borgo sono esposte sculture originali ed inedite provenienti da Togo, Zaire, Uganda, Kenya e fascia del Maghreb, accanto ai lavori di Roberto Dal Maso, autore di origine lombarda, la cui ricerca creativa si caratterizza per il richiamo all’universo etnografico e per la sperimentazione di nuovi materiali. "In un piccolo paese come il nostro – spiega il sindaco di Mondaino, Luisella Mele – accade che la passione di due cittadini sappia intessere una rete di scambi culturali, di crescita collettiva e di tutela dell’autenticità di edifici di generazioni passate. Il rinnovato impegno porta alla luce una ricchezza storica nascosta che arricchisce la memoria del paese, oggi più che mai bisognoso di valorizzazione. Come amministrazione comunale siamo grati a Roberto Dal Maso e a Ribo104 per la possibilità di rendere accessibile uno squarcio sul presente e sul passato".
L’artista Dal Maso dà un’idea di ciò che si potrà trovare a Mondaino: "Nei miei lavori tridimensionali, come i totem, gli assemblaggi, le piastre e le tavole commiste, si scorgono forme geometriche e costruzioni polimateriche animate da un susseguirsi di segni e volumi, da una sorta di proto-scrittura e proto-scultura parente alla produzione di armi e suppellettili di una lontana quotidianità. Alimentati da crettature, stratificazioni e composizioni metalliche simili a lance, scudi ancestrali ed armature, i miei lavori possono richiamare il gusto per l’astrazione ma anche il desiderio di attingere alle forme originali del totemismo e della forma genitrice". Ambrogio Borsani e Daniela Rigotti, titolari della Ribo104, ricordano che "in occasione dei lavori di recupero degli spazi sottostanti la Ribo104, è riemersa la pavimentazione originaria dell’antica stalla che, unita alla grotta, è parte integrante dell’edificio del borgo. La datazione degli spazi è riconducibile al XVII secolo. Siamo particolarmente contenti di questo nuovo taglio del nastro che inaugura un rinnovato ambiente espositivo che andrà ad arricchire la proposta culturale della galleria. Per noi questi oggetti, provenienti dalla fascia del Maghreb, dal Togo, Zaire, Uganda e Kenya, sono testimonianza culturale ed antropologica di nostri viaggi e periodi di convivenza trascorsi in Africa tra il 1980 e il 1995".
"La grande saggezza dei popoli tradizionali ci aiuta a entrare in una serie di profonde riflessioni sulla nostra condizione umana, e a scalzare pregiudizi e false conoscenze" sottolinea la professoressa Giovanna Salvioni, docente di antropologia all’Università Cattolica di Milano.