FRANCESCO ZUPPIROLI
Cronaca

L’arresto di Louis: "Ha visto Pierina, è sceso e l’ha uccisa. La prova nel video"

Il gip: nelle immagini un uomo di colore con le sue caratteristiche. Ricostruito il ‘buco’ temporale che gli avrebbe permesso di colpire

Rimini, 17 luglio 2024 – "Ma è proprio vero? Hanno preso Louis?". Se lo chiedono, sussurrando tra loro quattro anziani del villaggio San Martino, seduti uno accanto all’altro su una panchina del bar dietro via del Ciclamino. Dietro quella lingua d’asfalto strizzata tra i palazzoni di quattro piani alla periferia di Rimini, nei cui sotterranei la sera del 3 ottobre scorso un’anziana di 78 anni è stata trucidata con 29 coltellate. Lei era Pierina Paganelli, e lui, Louis Dassilva, sì: è stato preso. Arrestato mentre sul mare di Rimini sorgeva l’alba, quando intorno alle 5 di ieri la polizia è arrivata in forze al civico 31 di via del Ciclamino e ha eseguito l’ordinanza di misura cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Rimini nei confronti del metalmeccanico 34enne, già indagato per l’omicidio volontario e pluriaggravato della sua vicina di casa, di Pierina.

AGGIORNAMENTO / Notizie in diretta del 17 luglio. Il fratello di Manuela in questura: “Giustizia fatta? Ne parliamo al terzo grado di giudizio”

Louis Dassilva mentre viene portato via dalla polizia dopo la notifica dell’arresto
Louis Dassilva mentre viene portato via dalla polizia dopo la notifica dell’arresto

Troppi e troppo gravi stando al giudice e a chi indaga gli indizi a carico di Louis, ritenuti in quasi 120 pagine di ordinanza "gravi, precisi e di indubbia concordanza" al punto da offrire "più che ragionevole e logica convinzione che Dassilva sia, con elevata probabilità, l’assassino di Pierina Paganelli". Frasi che tagliano come un coltello, lo stesso mai ritrovato che per chi indaga Dassilva ha brandito per infliggere 29 colpi mortali alla povera Pierina. E hanno tagliato, quelle frasi. Eccome. Hanno fatto a fette l’umore di Dassilva che, gettato giù dal letto dalla polizia, intorno alle 10.45 è dimessamente sfilato, scortato dagli agenti, verso l’auto che lo ha poi accompagnato in questura e dalla questura al carcere. Il tutto davanti a uno zoo mediatico di penne, telecamere e macchine fotografiche tutte puntate verso il senegalese.

Nella tela indiziaria i cui fili rossi convergono su Dassilva, la prova regina è rappresentata dal filmato della telecamera sul retro della farmacia di via del Ciclamino, che alle 22.17 – 4 minuti dopo l’assassinio di Pierina avvenuto alle 22.13 e durato poco più di una dozzina di secondi – immortala un soggetto rientrare al civico 31 e che per colore della pelle scura (Louis è la sola persona di colore nella frazioncina Riminese) e per un movimento rotatorio "individualizzante" della spalla destra è stato ritenuto essere Dassilva. Non solo.

A incrinare pericolosamente la posizione dell’indagato c’è la statura di 184 centimetri e il fatto di essere destrorso: tratti compatibili con l’esito dell’autopsia che ha restituito come il killer di Pierina fosse "molto più alto di lei" e abbia colpito con la mano destra. C’è poi l’alibi scricchiolante, per chi indaga, di Dassilva che verrebbe collocato in casa a guardare un film dalla moglie – che però dormiva – nel momento in cui Pierina è stata uccisa una decina di metri più in basso da dove vive l’indagato. A pesare è che Louis quella sera abbia cessato il collegamento a Netflix alle 22.06 e non abbia usato il cellulare in un lasso di tempo compreso tra le 21.44 e le 22.38. Abbastanza stando agli inquirenti per avvistare Pierina rientrare dall’incontro di preghiera con i testimoni di Geova, scendere nel seminterrato, assassinarla in meno di un minuto e uscire dai garage non visto per disfarsi dell’arma. Prima di venire immortalato dalla telecamera di ritorno in casa, come se niente fosse. Ci sono poi i presunti depistaggi, la finta zoppia dovuta a un incidente in moto, la ritardata consegna degli abiti indossati il giorno dell’omicidio e, non meno importante, numerose dichiarazioni ritenute "mendaci" circa l’avere toccato Pierina il giorno del ritrovamento per sentirle il battito. Infine, il movente. Quell’amore folle per Manuela, la nuora di Pierina con cui Dassilva aveva una relazione extraconiugale. Folle al punto da trasformare il 34enne in killer, per liberare l’amante dalla suocera che l’indomani ne avrebbe altrimenti denunciato ai testimoni la relazione e "tutto sarebbe venuto alla luce".

Eppure, mentre ieri Dassilva non ha rilasciato dichiarazioni a chi indaga, il 25 giugno scorso durante un interrogatorio il vicino di casa di Pierina aveva ribadito la propria estraneità al delitto. Mentre ieri a seguito dell’arresto ha parlato solo Marina Baldi, genetista forense e consulente di Dassilva insieme a Roberta Bruzzone e all’avvocato Riario Fabbri. La genetista si è soffermata in particolare sulle riprese della telecamera, che ha definito: "Non così chiare come si crede".