REDAZIONE RIMINI

L’antenna in Provincia. La battaglia è finita

L’impianto che sta nascendo è quello che il comitato Ina casa stoppò con un ricorso in via Argelli. Alla fine il gestore l’ha comunque realizzato.

L’antenna in Provincia. La battaglia è finita

L’antenna installata

E’ stata una lunga battaglia quella del comitato No antenna Ina Casa, combattuta con un ricorso al Tar, pressioni sul Comune e sul gestore Iliad affinché spostasse l’antenna prevista in via Argelli a due passi dalle scuole. Un lunga battaglia che sembrava vinta nel momento in cui il gestore virò altrove, lasciando perdere l’installazione in via Argelli. Ma è stata solo una questione di tempo, riflettono i rappresentanti del comitato, perché "alla fine l’antenna è arrivata". L’impianto a cui si fa riferimento è quello che negli ultimi giorni è stato montato sul tetto della sede della Provincia, in via Dario Campana. Rispetto a via Argelli ci si trova un poco più distante dalle scuole che il comitato voleva tutelare.

"Grazie al lavoro di pressione svolto dal Comitato No antenna Ina Casa sul Comune - ricostruisce la vicenda il comitato -, all’impegno col ricorso al Tar, e di conseguenza alla trattativa del Comune con Iliad, è stata scongiurata l’installazione in una zona vicinissima alle scuole. Ma l’alternativa che vediamo sorgere ora sotto i nostri occhi non ci soddisfa né ci permette di festeggiare. L’antenna grava comunque sul quartiere, solo due vie più in là, vicinissima alle case, agli spazi ricreativi della parrocchia, molto frequentati, ed è vicinissima ad un’altra imponente antenna sita in via Gessi. Certo la Provincia è più distante dalle scuole, ma non sappiamo se sia stato calcolato come da lì si irradi il campo elettromagnetico su questi siti sensibili e quanto incida davvero". Messa così, quella del comitato appare una vittoria di Pirro nei confronti dei colossi della telefonia mobile, che hanno dalla loro le norme e ben pochi lacci che possono utilizzare enti pubblici e cittadini.

"L’unico aspetto migliorativo è che l’antenna viene posta su proprietà pubblica ed esteticamente apparirà meno impattante. Ma sono magre consolazioni" ammette il comitato. Parole che lasciano trasparire rassegnazione per le limitate ‘armi’ che i cittadini possono utilizzare contro il proliferare indisturbato di impianti di telefonia mobile. "La nostra idea, già proposta all’amministrazione, rimane la stessa, ossia che un’eccessiva vicinanza con siti sensibili o abitazioni è da evitare per il principio di precauzione. Oltre a questo pensiamo che ci debbano essere aree pubbliche dove dare disponibilità per installazioni di antenne".

Andrea Oliva