REDAZIONE RIMINI

L’amore e la mostruosità dell’essere umano

Il Frankenstein dei Motus arriva al Galli: la nuova produzione di Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande (già sold out) in scena stasera .

L’amore e la mostruosità dell’essere umano

Abbiamo bisogno di mostruosità, di riconoscerla, di tenerla stretta. Da questa spinta nasce Frankenstein (a love story), il nuovo progetto dei Motus, la compagnia riminese eccellenza del panorama contemporaneo che dopo la residenza creativa del settembre scorso torna sul palcoscenico del teatro Galli stasera (alle ore 21, turno D altri percorsi) per una data attesissima e già sold out. Il nuovo lavoro del gruppo fondato e guidato da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò affronta uno dei classici più conosciuti della letteratura di tutti i tempi, Frankenstein o Il moderno Prometeo, pubblicato nel 1818 e nato dall’immaginazione della giovanissima Mary Shelley. Un romanzo gotico e insieme fantascientifico, per certi versi precursore ed avanguardista di temi che si ritrovano nella ramificazioni contemporanee della filosofia postumana, che negli anni è stato al centro di molteplici trasposizioni cinematografiche e teatrali e che in questa ultima produzione di Motus diventa ancora una volta l’occasione per cambiare prospettiva.

Sulla scena compaiono l’autrice (Alexia Sarantopoulou), il dottor Victor Frankenstein (Silvia Calderoni) e la Creatura (Enrico Casagrande) per una riflessione profonda - tanto attuale quanto senza tempo - sull’umanità e sulle sue fragilità, sulla paura della diversità e di tutto ciò che esula dalla conformità, sulla vita e sulla non-vita.

"Un progetto mostruoso – scrive Motus – composto dalla cucitura di diversi episodi e dal desiderio di ridare vita all’inanimato, galvanizzandolo, scomponendo e ricomponendone pezzi letterari. Uno spettacolo su Frankenstein che è esso stesso (un) Frankenstein. Toccare il non umano, il mostruoso, l’artificiale, sentirne la carne. Il confine pericoloso tra vivente e non vivente. I processi di composizione e decomposizione. Cellule che si autorigenerano fuori dal corpo umano, tecnologie di hackeraggio della riproduzione e intelligenze artificiali in rivolta. La notte in cui Mary Shelley sogna Frankenstein a occhi aperti ricorda la notte in cui lo scienziato vaga raccogliendo frammenti di cadaveri, come la notte primitiva, dell’inizio del mondo. Scenari di creazione, immaginazione mostruosa. La natura è in tumulto. Nei paesaggi estremi, raggelati, dolorosi, due figure si inseguono, cercando ripari. Rabbia, amore, inquietudine, orrore, e ancora amore, amore, un eccesso di amore non corrisposto".

Dopo la residenza creativa al Teatro Galli del settembre scorso in preparazione proprio di Frankenstein, i Motus tornano quindi a calcare il palcoscenico riminese quale preludio della seconda attesa edizione di Supernova, progetto per le arti formative a cura della compagnia riminese con Santarcangelo dei Teatri e Comune di Rimini in programma dal 17 al 21 aprile e di cui a breve sarà svelato il programma.