LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

L’amante in questura. Manuela interrogata: "Sono dispiaciuta, ma non ho paura"

Sentita di nuovo per molte ore come testimone . Il rapporto con l’ex amica Valeria, la moglie dell’arrestato.

L’amante in questura. Manuela interrogata: "Sono dispiaciuta, ma non ho paura"

L’amante in questura. Manuela interrogata: "Sono dispiaciuta, ma non ho paura"

Dopo sette ore di interrogatorio e una giornata convulsa, Manuela Bianchi, tesa in volto, risponde laconica ai giornalisti. "Sono dispiaciutissima per quello che è successo, non ho parole. Ma non ho nessuna paura". Secondo il gip che ha disposto l’arresto di Louis Dassilva, lui ha ucciso Pierina per amore suo. Manuela era molto amica di Valeria Bartolucci, ma era anche l’amante di suo marito. Un triangolo tragico. Due donne, un tempo molto vicine, oggi l’una contro l’altra, come due arieti pronte a scornarsi. In mezzo lui: Louis, 34 anni, unico indagato per l’omicidio, da ieri in carcere a seguito dell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Rimini. Il pomo della discordia, l’oggetto del desiderio di entrambe, il bel senegalese conteso dalla moglie, Valeria, e dall’amante, Manuela. Un tempo così unite, amiche per la pelle. Da mesi, ormai, in guerra l’uno contro l’altra, tra veleni, insulti e scritte ingiuriose apparse un po’ ovunque, sulla porta di casa di Manuela, sulla sua macchina, e infine anche nel garage sotterraneo di via del Ciclamino, a pochi metri dal punto in cui la mattina del 4 ottobre era stato ritrovato il corpo senza vita di Pierina Paganelli. Una tensione crescente, esplosa a inizio luglio, quando le due si sono affrontate, faccia a faccia, lì nello scantinato, con minacce, scambi di accuse. Manuela ha denunciato la vicina, accusandola di "atti persecutori" e di averle strappato i capelli. Ieri è toccato proprio a lei, a Manuela. Alle 12 in punto è entrata negli uffici della Questura di Rimini per fornire agli investigatori sommarie informazioni testimoniali. "La signora Bianchi non ha nulla da temere, in questa vicenda è persona offesa, risponderà alle domande del pm come ha sempre fatto, senza misteri" ha detto, all’ingresso il consulente legale Davide Barzan. Oggi sarà interrogato anche il fratello, di Manuela, Loris.

Bianchi, in Questura, ci è rimasta fino alle 19,30, ma all’uscita il suo status non era mutato: resta sempre persona informata sui fatti e non indagata. Dal canto suo, Manuela ha sempre difeso a spada tratta l’ex amante, con il quale ha intrattenuto una relazione extraconiugale, sbocciata nel marzo del 2023 e proseguita durante il ricovero del marito Giuliano Saponi e poi ancora dopo il delitto, fino allo scorso aprile, con tanto di messaggi ‘a tempo’ su Telegram e uno scambio di pizzini, doni e pacchetti, lasciati in giro nel palazzo, persino nel disimpegno del garage teatro dell’aggressione di Pierina. Per la nuora, "Louis è innocente". Eppure, in una conversazione con il fratello Loris, Manuela non nascondeva la sua preoccupazione per aver "mandato fuori di testa" Dassilva. Spingendolo, indirettamente, a commettere il delitto, o almeno questo è quello che ipotizzano gli investigatori. Paganelli sapeva che la nuora aveva un "altro", pur non conoscendone l’identità. Il 34enne sapeva che se l’anziana avesse rivelato tutto, la sua vita sarebbe andata in frantumi. Addio al matrimonio con Valeria e alla sicurezza economica che ne derivava. E addio anche a Manuela, che a quel punto sarebbe stata disassociata dai testimoni di Geova e messa al bando dai familiari. Per questo motivo avrebbe dunque agito.

E pensare che era stata proprio Valeria Bartolucci, infermiera all’ospedale Infermi di Rimini, a rivelare a Manuela che Pierina nutriva dei sospetti su di lei. Era stata lei ad origliare, dal balcone di casa, una conversazione al telefono tra Pierina Paganelli e i figli Giacomo e Chiara, il 30 settembre. Valeria aveva sentito tutto e lo aveva riferito a Manuela. "Dicono che ti sei invaghita di un altro". "Sono un covo di serpi" aveva aggiunto, lapidaria. Lei, Valeria, è sempre stata la sola a fornire un alibi al marito, affermando di averlo visto sul divano di casa all’ora in cui veniva commesso il delitto. Ma per gli inquirenti in realtà a quell’ora stava già dormendo.