Il tema discusso dello calo demografico nei comuni rilancia il dibattito sull’utilità dell’accorpamento delle realtà municipali. A fronte dello spopolamento dei comuni, infatti, seguono problematiche di personale e fondi ridotti per le amministrazioni. In molti municipi della provincia di Rimini, di conseguenza, per motivi economici mancano figure fondamentali come i segretari. Alcuni segretari, perciò, vengono assegnati in servizio a più di un comune. Al contempo, in tema di Pnrr, fondi importanti rischiano di restare inutilizzati proprio per la carenza dei segretari. "Assumere personale per il Pnrr è fondamentale per garantire la parità di accesso ai bandi, abbiamo dei comuni della provincia che non riescono ad attuarli per una questione di mancanza di personale" spiega Alice Parma, sindaco di Santarcangelo e referente provinciale di Anci. La figura del segretario è ben definita. Ogni segretario è alle dipendenze del ministero dell’Interno e si coordina con il comune a cui è assegnato. Quanto ai compensi percepiti, questi variano in base al numero dei residenti del comune. Un segretario di un comune da 3mila abitanti guadagna, per esempio, uno stipendio base di circa 34mila euro, ma si arriva oltre i 43mila euro per i segretari comunali di fascia superiore. Durante l’ultima riunione del consiglio dell’Albo nazionale dei segretari comunali, il sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro, ha parlato degli interventi normativi adottati a sostegno delle autonomie locali. Uno dei temi verteva sul rafforzamento "della figura del segretario comunale" e "l’ingresso in carriera dei vincitori dell’ultimo concorso". "Il fabbisogno - si legge nella nota del ministero - di nuovi segretari comunali per l’anno 2023, è stato quantificato in 153 unità". È una cifra indicativa che equivale al 120 per cento "delle cessazioni dell’anno precedente", in linea peraltro con gli impegni presi dall’Italia in tema di Pnnr. Andando nel dettaglio, secondo i dati dell’Albo-segretari del sito dell’Interno, i comuni della provincia di Rimini con posti da segretario “vacanti” sono dieci: Casteldelci, Coriano, Maiolo, Morciano, Novalfeltria, Pennabilli, Saludecio, San Clemente, San’Agata e San Leo. I restanti comuni hanno un segretario condiviso con altri municipi oppure uno in "esclusiva". È una situazione complicata, soprattutto considerando i numerosi bandi disponibili per le comunità montane. Tornando al dibattito sull’accorpamento, Alice Parma si defila: "Il tema di oggi non è l’accorpamento dei comuni. Il tema è capire quali sono le funzioni da svolgere assieme: turismo, cultura, piani energetici. Punto vero - continua Alice Parma - è avere un front office in ogni comune e servizi di back office centralizzati uniformi, nonché capaci di essere efficienti e omologare tutti i comuni con servizi adeguati ai diversi bisogni territoriali". I dati però parlano chiaro: fra spopolamento dovuto alle migrazioni verso le provincia e scarsissima natalità, molti comuni dell’Appennino sono destinati, nel corso degli anni, a dati demografici sempre minori se non a scomparire. Al contrario i comuni limitrofi alle provincia cresceranno.
Andrea G. Cammarata