"La statua fu donata alla città di Rimini da Benito Mussolini e per tali ragioni incarna anche un valore storico e politico legato a colui che la donò. Per questo la nostra opposizione è forte e decisa rispetto alla sua collocazione in piazza Tre Martiri". Così l’Anpi di Rimini dice no al ritorno in piazza (dove ora è presente una copia) della statua di Giulio Cesare. Nel 2021 l’Amministrazione comunale collocò la statua all’interno del Lapidario nella zona del Museo dedicata ai reperti dell’epoca romana. "La collocazione al Lapidario - fa notare l’Anpi - la rende fruibile in modo gratuito a tutti coloro che intendono ammirarla visto che si troverà nella zona del museo accessibile prima dell’entrata a pagamento".
La collocazione, peraltro, "non è affatto un esilio, del resto il valore del Museo della Città non è in discussione". Pochi giorni dopo la Liberazione di Rimini, il 9 ottobre del 1944, la Giunta comunale cambiò il nome della piazza, fino ad allora chiamata Giulio Cesare, in piazza Tre Martiri per rendere onore ai tre giovani partigiani Luigi Nicolò, Adelio Pagliarani e Mario Capelli che lì il 16 agosto erano stati impiccati.
"Piazza Tre Martiri è la piazza antifascista. Piazza Tre Martiri è la piazza dei tre giovani partigiani", scandisce l’Anpi. Che ricorda che nel 2024 cadrà l’80esimo anniversario del sacrificio dei tre ragazzi: "Tale anniversario non può in alcun modo coincidere con il ritorno in piazza del dono mussoliniano alla città di Rimini. Ostinarsi a voler ricollocare in quella piazza la statua di Giulio Cesare rappresenta un’offesa alla memoria del sacrificio dei Tre Martiri". Anpi "si opporrà a tale eventualità. Se si deve mettere mano all’organizzazione di piazza Tre Martiri, piuttosto, si valorizzi maggiormente il luogo del patibolo ove furono impiccati" i partigiani, conclude.
L’Anpi riponde così alla sollecitazione di Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte aveva detto che la statua doveva essere rimessa nella sua piazza originale, ovvero piazza Tre Martiri.
La storia della statua è ben nota ai riminesi. Opera in bronzo della fonderia Laganà, fu regalata alla città dal Duce e inaugurata nel 1933 – davanti a una folla di persone – nella piazza che all’epoca portava ancora il nome di Giulio Cesare, prima di essere intitolata ai Tre Martiri. Nel 1945 l’opera fu rimossa dalla piazza e portata poi in un magazzino. ’Ricomparve’ misteriosamente nel 1953: alcuni artiglieri infatti la ritrovarono nel greto del fiume Marecchia e la portarono nella caserma Giulio Cesare. Qui è rimasta fino a oggi. Quella che si trova in piazza Tre Martiri è la copia donata dal Rotary nel 1996.