Se è vero però che il virus sembrava inizialmente colpire prevalentemente gli anziani, categoria verso la quale è stata rivolta maggiore attenzione, pian piano ci si è resi conto che la portata di questa pandemia è molto più ampia, poiché include quelle conseguenze che avranno un impatto a lungo termine, sia da un punto di vista psicologico che fisico. "Da madre e formatrice posso dire che chi ne ha fatto maggiormente le spese sono stati proprio gli adolescenti, ora sotto accusa dai media", dichiara Nan Coosemans (foto), family coach che da vent’anni lavora nel mondo dello sviluppo personale a contatto con bambini e adolescenti, aiutandoli nel percorso di crescita personale, autrice del libro ‘Quello che i ragazzi non dicono’ (Sperling & Kupfer) nonché fondatrice di Younite, azienda di formazione per le famiglie e adolescenti (fondata dalla stessa Nan a Rimini nel 2001) e di Yada, una scuola di formazione per chi desidera diventare Youth Trainer o Family Coach. "I ragazzi si trovano ad affrontare quel periodo della loro vita in cui vogliono e devono scoprire il mondo, e il meccanismo di ribellarsi si acuisce ancora di più quando viene loro proibito di fare le cose che amano. Negare le loro emozioni o redarguire i ragazzi di fronte a certe reazioni in nome di un fattore condizionante esterno, rispetto al quale tutto deve assumere necessariamente minore importanza, può portare a problemi di carattere profondo, nel lungo termine", spiega Coosemans.
Proprio per indagare le reazioni degli adolescenti, che oltre ai normali problemi connessi a questa fase della loro crescita hanno dovuto adattarsi a una situazione del tutto inedita e particolarmente frustrante, Coosemans ha realizzato un sondaggio on-line, coinvolgendo oltre 1.000 ragazzi di età compresa fra i 10 e i 23 anni, in tutta Italia: "L’obiettivo era chiaramente quello di capire come i ragazzi hanno vissuto questa esperienza e quali risvolti ritengono significativi sia rispetto alla conoscenza di sé che al rapporto con il mondo esterno e con i genitori". I risultati del sondaggio sono stati raccolti in un libro dal titolo "Adolescenti e quarantena: sette passi per guidare tuo figlio durante e dopo questo periodo" scritto a quattro mani da Nan Coosemans e Florian Hiele, co-fondatore di Younite e di Yada, in vendita, sia in italiano che in inglese, anche in versione ebook, su Amazon.
"Possiamo affermare che molti ragazzi grazie a questa quarantena sono entrati forse per la prima volta realmente e profondamente in contatto con se stessi, sfidandosi ed esprimendo un potenziale fino a quel momento nascosto, e che questo li abbia aiutati a crescere, anche grazie al supporto fondamentale e ritrovato della famiglia", conclude Coosemans.