REDAZIONE RIMINI

La protesta dei camici bianchi. Romagna, si fermano in centinaia. Lo sciopero blocca visite e interventi

All’Infermi garantite le operazioni chirurgiche urgenti. A Cattolica niente otorini e ambulatorio oculistico. Il punto del sindacato: "A Rimini hanno aderito 120 professionisti, di cui 93 medici: il 33% del totale". .

La protesta dei camici bianchi. Romagna, si fermano in centinaia. Lo sciopero blocca visite e interventi

La protesta dei camici bianchi. Romagna, si fermano in centinaia. Lo sciopero blocca visite e interventi

La sanità si mette in pausa. E per fare la voce grossa contro i tagli al finanziamento del sistema pubblico sceglie il silenzio: quello calato in ambulatori e ospedali per tutta la giornata di ieri. La Romagna dei camici bianchi si è fermata, per uno sciopero di 24 ore, indetto su scala nazionale, che sul territorio di competenza dell’Ausl Romagna alle ore 17 aveva già coinvolto 442 professionisti, di cui 278 medici. A Rimini nello specifico, hanno scioperato in 120 professionisti sanitari, di cui 93 medici (il 33% delle adesioni).

Lo sciopero, proclamato dalle associazioni sindacali Anaao e Cimo Fesmed oltre a Nursing Up, non ha intaccato i servizi pubblici essenziali – che sono stati garantiti dall’Ausl Romagna –, ma ha comunque provocato una serie di riduzioni. Per quanto riguarda gli infermieri ad esempio in sala operatoria all’Infermi, dove sono state garantite solo le urgenze con 6 infermieri a lavoro sui 25 previsti di turno al mattino. Disagi si sono registrati anche in cardiologia, con diversi ambulatori chiusi e la sala operatoria che ha continuato a rimanere operativa per i soli precettati anche al pomeriggio. All’ospedale di Cattolica invece oltre agli otorini sono saltate la sala di oculistica e le visite anestesiologiche dei prericoveri di spalla ieri mattina. In ogni reparto di degenza sono invece rimasti operativi i contingenti minimi a garantire l’assistenza ai malati.

"L’adesione allo sciopero è stata buona – garantisce lo stesso Segretario dell’Anaao Romagna Francesco Feletti –. Il ché dimostra la sensibilità da parte di tutta la categoria per i problemi del sistema sanitario nazionale". Lo sciopero ha portato con sé quali principali istanze la difesa della sanità pubblica, la tutela al diritto alle cure dei cittadini e la valorizzazione dei professionisti della salute. Nodi su scala nazionale che trovano la propria traduzione anche nel locale, "soprattutto per quel che riguarda un impianto normativo antiquato e rigido, che ostacola la possibilità di intervenire per migliorare le condizioni lavorative ed economiche dei medici – analizza il Segretario Feletti –. Nel tempo localmente abbiamo fatto degli accordi che hanno permesso, grazie alla sinergia con l’Azienda, di mantenere parte del know how sul territorio. Il fenomeno dei licenziamenti spontanei qui è stato meno grave grazie al conferimento di nuovi incarichi, che ci ha permesso di mantenere in servizio negli ospedali molti 40 e 50 enni: ossatura del network professionale della Romagna. E questo sarà strategico – assicura Feletti – per consentire anche ai più giovani di formarsi. Qui infine non c’è stato il blocco del turnover, sebbene la cornice normativa nazionale resti limitante".

Francesco Zuppiroli