
Daniela Bartoli, socia di Altamarea, il gruppo che riunisce sette bagni e una spa: "La cura del turista viene prima di tutto"
La Bolkestein non fa paura. Sulla spiaggia di Cattolica l’incertezza sui bandi degli stabilimenti balneari non ferma l’intraprendenza dei bagnini che continuano a fare dell’accoglienza e soprattutto delle novità il loro biglietto da visita. E’ il caso di Daniela Bartoli, socia di Altamarea, una realtà che unisce sette bagni, anche in un momento in cui il futuro delle spiagge è sempre più incerto.
Bartoli, cosa fa Altamarea per rimanere al passo con i tempi? "Dal punto di vista ecologico abbiamo pannelli fotovoltaici e solari, poi le classiche oasi per la raccolta differenziata. Tanta attenzione anche all’energia che diventa argomento di laboratori creativi dedicati ai più piccoli. C’è poi il turismo emozionale, come lo chiamiamo noi, con un centro benessere in cui lavorano professionisti, la spa, doccia nebulizzata e piscine".
Da quanti anni avete introdotto questo tipo di trattamento? "Siamo stati i pionieri della spa marina, sorta nel 2006. Il centro benessere invece è attivo da qualche anno".
Tutti esempi virtuosi che però si scontrano con l’incertezza della Bolkestein. "Noi romagnoli non possiamo rimanere fermi a guardare, ci rimbocchiamo le maniche anche con la canottiera e tutto questo deve prevalere. Soprattutto perché lavoriamo con clienti che ci hanno scelto e ritornano anno dopo anno. E’ un nostro dovere far trascorrere dei momenti sereni per raccontare la nostra terra".
Per quale motivo continuate a investire di fronte ai dubbi? "Prima di tutto perché dobbiamo continuare a lavorare e quindi non possiamo esimerci dall’essere competitivi. L’ospite va reso partecipe di quello che di bello c’è da fare e lo si può fare solo attraverso le novità che vengono fuori in continuazione".
Qual è il vostro segreto? "La cura verso il turista. Vogliamo essere scelti proprio per questo. Tutto ciò è più importante dei bandi della Bolkestein".
Come guardate al futuro? "Noi speriamo solo che tutto quello che abbiamo investito negli anni ci venga riconosciuto. L’avviamento professionale e il nostro lavoro sono tutte questioni centrali di cui non ci si può dimenticare".
Sentite la vicinanza delle istituzioni? "Noi ci prepariamo alle contromisure qualsiasi cosa succederà, soprattutto perché la situazione in cui ci troviamo è molto aleatoria. C’è un vuoto istituzionale che non può essere compensato solo con le promesse: queste ultime devono essere garantite. Vogliamo che i nostri investimenti non diventino vani".
Federico Tommasini