REDAZIONE RIMINI

La legge sul fine vita spacca il Pd. Sindaco e consiglieri all’attacco: "Il partito rispetti noi cattolici"

Scoppia la rivolta dopo il caso dell’esponente dem punita in Veneto. La crociata di Sadegholvaad: "Libertà di pensiero sui temi che toccano le nostre coscienze: ora la segretaria Elly Schlein chiarisca".

La legge sul fine vita spacca il Pd. Sindaco e consiglieri all’attacco: "Il partito rispetti noi cattolici"

Fine vita: i cattolici del Pd riminese alzano la voce contro il partito. "Confesso di non condividere affatto la decisione del Pd di Verona – attacca il sindaco Jamil Sadegholvaad, che ha iniziato a fare politica col partito della Margherita – di punire la consigliera regionale Anna Maria Bigon per la sua astensione sul voto della legge veneta del fine vita". Se invece di astenersi la Bigon avesse votato a favore, la legge regionale, bocciata per un solo voto mancante, sarebbe passata. A spaccarsi, va detto, è stata soprattutto la maggioranza di centrodestra. La Bigon è stata sospesa dal ruolo di vice segretario provinciale Pd. "Non intendo entrare nel merito e nelle dinamiche locali – chiarisce Sadegholvaad – Ma il caso veneto non riguarda solo il tema dei cattolici, comunque non secondario. Riguarda un metodo, che ha molto a che fare con l’identità che di qui in avanti vogliamo darci". "Il Pd nasce come uno spazio comune – continua il sindaco – in cui le idee e le sensibilità anche molto diverse si confrontano, si rispettano e non si schiacciano". Ecco perché "sui temi di coscienza respingo il ritorno al centralismo. Non siamo mai stati dei mozzaorecchi, al di là della dialettica anche caldissima verso tutto, segretari nazionali inclusi". Sadegholvaad giudica "incomprensibili le dichiarazioni del segretario provinciale Pd di Verona, che con parole melodrammatiche assume su di sé il peso di una scelta che non doveva essere solo la sua". E si augura che la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein "possa dire parole chiare su questa vicenda che non può essere derubricata a fatto locale".

Si schierano al fianco del primo cittadino anche altri esponenti riminesi dem dell’area cattolica. "Io ero in Parlamento – attacca Elisa Marchioni – quando si fece una delle prime discussioni, sulla scia del caso Englaro: abbiamo lavorato a lungo su un tema difficile. Era buona la mediazione trovata all’epoca dal Pd, la linea di Livia Turco, che io avevo condiviso. Corretto che, su tema così rilevante, vada lasciato uno spazio per la coscienza personale. Auspico un ampio confronto su questi argomenti, importanti non solo per i cattolici. Una convergenza si può trovare". Quanto alla ‘punizione’ della Bigon, anche Marchioni afferma di "non condividerla". "Anche se – aggiunge – capisco la necessità di trovare una mediazione politica". "Condivido la presa di posizione e le affermazioni del sindaco – fa eco Manuela Guaitoli, consigliera comunale e provinciale Pd di area cattolica – La sospensione della Bigon dall’incarico mi lascia perplessa. E spero che arrivi presto un chiarimento da parte del Nazareno su questa decisione. Nel Pd ci sono tante anime". "Ritengo sbagliato il provvedimento nei confronti della Bigon – aggiunge Giuliano Zamagni, cattolico, consigliere comunale e provinciale dem– Nel Pd ci sono varie sensibilità. Vorrei che su questi temi ci fosse una discussione interna. Non credo ci siano distanze incolmabili. Ma non condivido si proceda a colpi di sospensioni".

Mario Gradara