Sperava di non dover appendere il camice al chiodo. Proprio come Loris Tomelli, il collega di Riccione prossimo alla pensione, al quale l’Ausl ha concesso la proroga per lavorare ancora un paio d’anni. "Invece dall’1 novembre, il giorno del mio 70esimo compleanno, sarò in pensione. Niente proroga per me, l’avevo cheista ma l’Ausl me l’ha negata: è il loro regalo di compleanno". Giuseppe Arangio, medico di base a Coriano (dove è stato anche vicesindaco, per un anno, nella prima giunta di Domenica Spinelli), prova a buttarla sul ridere. Ma è tanta l’amarezza per la decisione presa dall’Ausl.
A Tomelli la proroga è stata data, a lei no: due pesi e due misure?
"Non voglio far polemiche, l’Ausl ha applicato le norme alla lettera, per carità. Ma un po’ di amarezza da parte mia c’è, inutile nasconderlo. È mancato un po’ di buon senso. Si parla tanto della carenza di medici, specie quelli di base. Penso che un dottore con la mia esperienza ancora potesse fare comodo, per due anni. A quanto pare, non è così".
Ha dato l’annuncio del suo pensionamento anche sul giornale comprando uno spazio pubblicitario (uscito sul Carlino martedì). E non è stato affatto tenero con l’Ausl.
"Ho scritto che avrei voluto rimanere ma che l’Ausl la pensa diversamente. Ma quell’annuncio sul Carlino l’ho fatto soprattutto per salutare i miei pazienti. Sono tanti, 1761 per la precisione: qualcuno sapeva già la notizia, ma tanti ancora no. Mi sono sentito in dovere di ringraziarli: molti di loro, nel corso degli anni, sono diventati degli amici. Io per loro ci sono sempre stato, anche durante la fase più acuta del Covid, e continuerò a esserci se avranno bisogno di me. Diciamo che non sono uno di quei dottori che spariscono appena arrivano alla pensione".
L’Ausl ha già trovato chi la sostituirà?
"Sì, e questa forse è la differenza tra il mio caso e quello di Tomelli. Lui resta perché non si trovava un altro al suo posto. Ma, aggiungo io: se mi avessero fatto restare potevano impiegare quel medico per un’altra zona scoperta. E ce ne sono diverse, nel Riminese, orfane del medico di base".
Dopo tanti anni, che effetto fa lasciare la professione di medico?
"Non ci penso proprio a lasciare. Non farò più il medico di base e dovrò lasciare anche altri incarichi (Arango è medico di struttura in due case di riposo, ndr), ma continuerò a esercitare. Mi sono già arrivate diverse offerte da alcune strutture sanitarie private e le sto valutando".
Continuerà a lavorare, quindi? "Assolutamente. Ho tanti interesse e ora avrò più tempo per coltivarli, ma non mollo il mio lavoro. E le offerte ricevuto dimostrano che, forse, c’è ancora bisogno di un dottore con la mia esperienza e la mia professionalità".