FEDERICO TOMMASINI
Cronaca

La fabbrica della bellezza: “Il ritocchino diventa social”

Il chirurgo Matteo Casadei parla degli interventi estetici più richiesti e dei rischi

A destra, il chirurgo maxillofacciale Matteo Casadei

A destra, il chirurgo maxillofacciale Matteo Casadei

Rimini, 12 agosto 2024 – Matteo Casadei è in corsia dal 2020. Chirurgo maxillofacciale, opera in tutta la provincia di Rimini. “La percentuale di pazienti che vengono nel mio studio è di 80 a 20 in favore delle donne, però anche gli uomini non si tirano indietro, soprattutto in questo periodo in cui il ‘ritocchino’ è stato sdoganato dalla società”.

Il dottore, originario di Cattolica, si occupa sia di medicina estetica che di chirurgia, due discipline molto diverse ma della stessa famiglia. “La prima è un insieme di procedure ambulatoriali con sostanze non permanenti, a un costo più ridotto e i risultati sono una via di mezzo con la chirurgia. Non c’è pericolo per la salute se il medico utilizza attrezzature sterili e materiali di alta qualità”.

Tra gli interventi che vanno per la maggiore, il dottor Casadei non ha dubbi. “Sicuramente il filler alle labbra e le operazioni al naso, ma anche il trattamento delle cicatrici dovute all’acne, mentre per quanto riguarda la chirurgia vera e propria mi viene in mente la ginecomastia, la correzione di orecchie a sventola e di nuovo interventi al naso. Poi c’è l’hunter eyes, soprattutto tra i giovani è un trend molto in voga”.

Letteralmente significa ‘sguardo da cacciatore’, è un intervento transcongiuntivale che non lascia cicatrici e lavora sull’impalcatura della palpebra, ‘allungando’ lo sguardo e rendendolo più profondo e pronunciato.

“La moda dei ragazzi che si affidano a un chirurgo plastico non è un boom degli ultimi anni. In questo periodo si è intensificata perché non è più un tabù, anzi bisogna mostrarlo sui social e sfoggiare i cambiamenti”.

Rispetto a una decina di anni fa, Matteo Casadei racconta che ora si cerca di rendere più marcati i propri segni distintivi, le peculiarità.

“Un tempo si tendeva a voler assomigliare a quella attrice o modella, ora invece si vuole essere diversi, essere se stessi, accentuando i propri caratteri”.

Sta poi nell’etica personale del medico saper consigliare al paziente quando sottoporsi ai trattamenti e quando invece no.

“Questo problema è sempre esistito, persone che vengono in studio anche senza un bisogno oggettivo. Siamo noi medici che dobbiamo giudicare caso per caso, tenendo a mente anche dei disturbi psicologici con cui la chirurgia deve fare i conti ogni giorno”.

Casadei parla di soggetti affetti da disturbo istrionico, narcisista oppure depressione. “Sono tutte patologie che dobbiamo essere in grado di riconoscere. Ci sono persone che hanno un bisogno irrefrenabile di cambiare il loro aspetto in continuazione anche attraverso la chirurgia e questo non è sano”.

Poi ci sono i social che sicuramente non aiutano. “Da una parte è giusto che non sia abbia più timore di andare dal chirurgo estetico, però a volte internet ti spinge a sbandierarlo, a dover raccontare quasi un plus fondamentale, per questo molti sono spinti a sottoporsi a trattamenti anche se non ne hanno un reale bisogno”.