MANUEL SPADAZZI
Cronaca

La corsa degli hotel per ospitare i profughi

Una quarantina di gestori ha già dato la disponibilità delle strutture. La Regione li rimborserà con 60 euro al giorno per ogni persona

di Manuel Spadazzi

Arrivano qui dopo viaggi durati almeno 24 ore, spesso di più. E non passa giorno senza che altri profughi ucraini raggiungano Rimini, diventata la provincia con il maggior numero di rifugiati in Emilia Romagna. Ieri la prefettura ha comunicato che i profughi già ospitati nel Riminese sono almeno 1.217, così divisi: 637 adulti (di cui 591 donne) e 580 minori. Ne arriveranno ancora altri: a Rimini vive una comunità ucraina che è la seconda più numerosa in regione - sono oltre 5mila - e tanti stanno cercando di far arrivare qui i familiari in fuga dalla guerra.

L’accoglienza dei rifugiati, finora, è stata esclusivamente sulle spalle dei privati: dagli albergatori di ’Riviera sicura’ che hanno aperto le porte dei loro hotel sistemando oltre 400 ucraini, alle parrocchie e alle associazioni di volontariato. Ieri il prefetto Giuseppe Forlenza, nel vertice convocato con sindaci e assessori, funzionari dell’Ausl, della protezione civile e rappresentanti delle varie associazioni, ha fatto il punto sul piano di accoglienza. Gli hotel sono e restano le strutture chiamate a ospitare la stragrande maggioranza dei rifugiati. Alle camere finora messe a disposizione da una quindicina di hotel di ’Riviera sicura’, dovranno aggiungersi alberghi pronti a ospitare i profughi per parecchi mesi, anche fino alla fine dell’anno se necessario. Regione e protezione civile hanno stretto un accordo con la Federalberghi e le altre sigle: prevede un rimborso spese di 60 euro al giorno (con la pensione completa) per ogni profugo adulto ospitato, e 30 per ogni minorenne. "Il protocollo con la Regione – spiega Sandro Giorgetti, presidente regionale di Federalberghi – ha l’obiettivo di individuare strutture alberghiere per un lungo periodo. E’ molto meglio dedicare interi hotel all’accoglienza, anziché reperire camere qua e là in tante strutture". A Rimini c’è già fila di albergatori pronti a concedere gli hotel per l’emergenza profughi: oltre 40 solo nel capoluogo hano già dato la disponibilità. Si tratta nella maggior parte dei casi di strutture ormai fuori mercato, che dovranno passare comunque l’esame di Ausl e vigili del fuoco prima di essere ritenute idonee. Solo gli hotel individuati in accordo con la Regione e la protezione civile riceveranno i ristori.

Agli alberghi si aggiungeranno i posti nei Cas (i Centri di accoglienza straordinaria) gestiti da associazioni già impegnate da anni con i migranti, fin qui inutilizzati dagli ucraini. E’ notizia di ieri che sono stati reperiti presso i Cas altri 120 posti I Comuni potranno stringere accordi con le associazioni per aprire eventualmente altre strutture, ma ci vorrà sempre l’avvallo della prefettura. Nel vertice di ieri è stato affrontato anche il tema di permessi di soggiorno e registrazione dei profughi arrivati qui. Nel capoluogo a fare le pratiche ci pensa la questura, negli altri comuni i carabinieri. Capitolo assistenza sanitaria: l’Ausl ha avviato già i tamponi anti-Covid, presto sarà definito un piano per le vaccinazioni. Alla Caritas di Rimini in via Madonna della Scala è operativo lo sportello per fornire assistenza ai profughi sarà presente spesso anche don Victor Dvykalyuk dell’esarcato cattolico ucraino. Qui verrà consegnato loro anche il vademecum con tutte le informazioni utili. Infine, il Comune di Rimini da ieri ha attivato il numero di telefono dedicato all’accoglienza a scuola di bambini e ragazzi ucraini: è il 339.7729113.