REDAZIONE RIMINI

La buona novella secondo Neri Marcorè

Martedì a San Marino l’attore e cantante marchigiano sarà al Teatro Nuovo per interpretare l’opera di Fabrizio De André

La buona novella secondo Neri Marcorè

La buona novella secondo Neri Marcorè

Diritto e perdono. L’arroganza del potere, la figura e il ruolo della donna. Temi moderni e contemporanei evocati da Fabrizio De André ne ‘La buona novella’, l’album ispirato ai Vangeli apocrifi. A far rivivere questo lavoro sul palco è l’attore e cantante Neri Marcorè con uno spettacolo di teatro canzone, per la regia di Giorgio Gallione, in scena a San Marino, martedì 30 aprile alle 21, al Teatro Nuovo di Dogana. E lo stesso Marcorè che spiega come un concept album, il primo del cantautore genovese, scritto nel 1970, lo abbia affrontato "con coraggio, un po’ di incoscenza e dovuto rispetto. Ci vuole cura e ci accostiamo con la consapevolezza che conserva molta modernità, anche se dal 1970 sono cambiate tante cose: la società, i nomi, i volti. Parliamo però di archetipi, intorno a cui l’uomo di muove. In questo caso si parla di potere e chi si ribella ad esso. Sono le due forze contrapposte principali e poi al suo interno i protagonisti sono diversi".

Marcorè ricorda che ascoltò per la prima volta questo disco a 14 anni: "Me lo regalò mia zia e rimasi sconcertato davanti a questo album difficile da comprendere in tutte le sue sfaccettature. Lo ascoltai varie volte ma non era quello che mettevo più spesso, poi nel tempo l’ho apprezzato di più, ma è questo spettacolo che mi ha permesso di entrare in tutti i risvolti, i significati e apprezzarne la musica".

L’attore e cantante - al debutto da regista con il film Zamora – è accompagnato in scena da Rosanna Naddeo e un ensemble di musicisti.

’La buona novella’, che chiude la stagione sammarinese, è uno spettacolo di prosa e musica pensato come una sorta di sacra rappresentazione contemporanea che alterna e intreccia le canzoni di De André con i brani tratti dai Vangeli apocrifi. Di taglio esplicitamente teatrale, l’album nasce con una partitura e testo composti per dar voce a molti personaggi: Maria, Giuseppe, Tito il ladrone, il coro delle madri, un falegname, il popolo. Ed è proprio da questa base che prende le mosse lo spettacolo. Tra le immagini più potenti narrate da De André c’è la figura di Maria e proprio come sottolinea l’attore: "Il fatto che ci sia la donna e non soltanto Gesù al centro della narrazione rende questo spettacolo contemporaneo e sempre moderno perché la donna non smetterà mai di essere protagonista di qualsiasi tempo". In questa storia si parla di Maria bambina, donna e madre, così come delle altre donne, le mamme dei ladroni. Si parla di peccato e potere: "Il potere della società del tempo e quello di Roma – continua l’artista - Sappiamo quanto sia appassionante la storia di Gesù, di quest’uomo che diceva cose che il potere non digeriva tanto facilmente ed è stato messo a tacere attraverso i modi che conosciamo".