REDAZIONE RIMINI

Rimini, morta in sala operatoria durante l'intervento all'anca

Ha perso la vita una donna di Cagli. La magistratura ha disposto subito il sequestro delle cartelle cliniche e l’autopsia

Sono stati i medici a segnalare la morte alla Procura (foto d'archivio)

Sono stati i medici a segnalare la morte alla Procura (foto d'archivio)

Rimini, 31 ottobre 2019 - Era entrrata in clinica per un banale intervento di protesi all’anca, ma ne è uscita morta. Ora i figli della vittima, una donna di 69 anni, residente a Cagli, in provincia di Pesaro-Urbino, vogliono vederci chiaro e sapere il perchè di questa tragedia del tutto inaspettata. La Procura di Rimini ha già disposto il sequestro della salma e delle cartelle cliniche, e l’autopsia potrebbe essere eseguita già oggi.

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La tragedia si è consumata il 25 ottobre scorso, in una clinica della Valconca. Secondo una prima ricostruzione fatta dagli inquirenti, la donna era entrata nella struttura quello stesso giorno per effettuare un’operazione all’anca. Nei giorni precedenti aveva effettuato tutti gli esami del caso, e quella mattina era stata chiamata per l’intervento dell’inserimeno della protesi. Un’operazione che non presentava alcun rischio, considerate anche che le condizioni della signora non destavano alcuna preoccupazione. Quando è entrata in sala operatoria, i due figli non avrebbero mai immaginato che sarebbe stata l’ultima volta che avrebbero visto la madre viva. L’operazione si era protratta per circa due ore, ma quando i parenti avevano visto che tardavano ad uscire dalla sala operatoria, avevano cominciato a preoccuparsi. Un’ansia che era cresciuta via via che passava il tempo, fino a quando i medici non erano usciti per andare loro incontro e annunciare che la madre era morta sotto i ferri.

I due fratelli erano rimasti sotto choc. Per un momento avevano creduto di avere capito male. Non era possibile che fosse entrata in quella sala per un intervento che avrebbe dovuto essere semplice e se ne fosse andata per sempre. Hanno chiesto spiegazioni ai medici, volevano sapere cosa fosse successo là dentro, ma a quanto sembra nemmeno chi aveva effettuato l’intervento è stato in grado di dare una risposta certa. Avevano messo sotto i ferri una donna che dagli accertamenti fatti nei giorni precedenti sembrava perfettamente in grado di sostenere l’operazione e non presentava problemi particolari. Invece erano sorte all’improvviso complicazioni talmente gravi che non avevano potuto fare nulla. Quali siano state queste complicazioni, con certezza non lo sanno ancora nemmeno i medici. Ma la famiglia è sconvolta e non riesce ad accettare una tragedia che ha dell’incomprensibile.

I figli della vittima si sono già rivolti all’avvocato Mario Scarpa affinchè li rappresenti in un’inchiesta che il pubblico ministero ha aperto immeditamente, dopo la segnalazione del decesso da parte della stessa clinica. Il magistrato ha subito messo sotto sequestro le cartelle cliniche e naturalmente il corpo, disponendo l’esame autoptico. Solo l’autopsia sarà in grado di rivelare le cause esatte della morte di una donna, rimasta sotto i ferri nel corso di un banale intervento all’anca. Per il momento non ci sono persone indagate, ma l’indagine della magistratura è appena cominciata.