FRANCESCO ZUPPIROLI
Cronaca

"Ti portiamo a piazzale Loreto". Quattro nei guai per gli insulti sul web a Edda Negri Mussolini

Rimini, la gogna social subita dalla nipote del duce: insulti e minacce di morte su TikTok, scattano i decreti penali di condanna

Edda Negri Mussolini

Edda Negri Mussolini

Rimini, 1 maggio 2023 – La gogna social subita da Edda Negri Mussolini, figlia di Anna Maria e nipote del duce, non è rimasta impunita. Sono quattro i decreti penali di condanna emessi nei confronti di altrettante persone identificate dalla polizia postale quali autori di insulti e minacce anche di morte che inondarono i commenti di un video modificato e apparso sulla piattaforma TikTok lo scorso anno.

Nel video la Mussolini parla del forte valore affettivo che la tomba di famiglia ha sempre avuto per lei e i suoi parenti, chiedendo rispetto per il luogo e auspicando che nelle rievocazioni da parte dei nostalgici del ventennio non vi fossero più eccessi.

Parole estrapolate da un’intervista rilasciata nel 2018 in occasione dell’anniversario della marcia su Roma. Nel contenuto poi apparso su TikTok, però, le clip furono alterate ad arte, associando alle parole di Edda diverse immagini di movimenti estremisti non presenti nel video originale. Tanto è bastato perché l’odio fluisse senza verifiche della attendibilità del contenuto.

Il video, oltre alle 30mila condivisioni e ai 3mila commenti, aveva raccolto anche insulti, messaggi diffamatori e minacce di morte.

La nipote del duce si è rivolta alla polizia postale, assistita dall’avvocato Claudia Montanari, sporgendo denuncia-querela contro i ‘leoni da tastiera’. Un’indagine che ha portato a quattro decreti penali di condanna richiesti dal pm Paola Bonetti nei confronti di altrettanti possessori degli account che avevano rivolto alla Negri Mussolini le minacce più pesanti, tra cui "staresti bene incendiata" o "ti portiamo a piazzale Loreto".

Queste persone, tutte residenti fuori regione, dovranno pagare 1.250 euro di multa quale conversione della pena detentiva per il reato di minacce gravi. Gli imputati non si sono opposti e nei loro confronti è arrivata l’archiviazione per l’accusa di diffamazione.