di Francesco Zuppiroli
Nessuna traccia del killer nelle parti intime di Pierina Paganelli. È questa la novità che trapela dai laboratori dell’Università Tor Vergata di Roma, dove il superperito incaricato dal Tribunale di Rimini sta passando al setaccio da metà luglio i reperti collezionati dalla squadra mobile nel corso delle indagine sul delitto di via del Ciclamino e l’assassinio con 29 coltellate della 78enne Pierina Paganelli del 3 ottobre scorso.
E mentre il giorno del Riesame si avvicina – con appena una settimana a separarci dal 9 settembre quando il Tirbunale deciderà se confermare o rivedere la custodia cautelare in carcere nei confronti dell’unico indagato Louis Dassilva –, le indagini scientifiche procedono lungo il proprio binario per rafforzare o meno l’impianto accusatorio innalzato dalla Procura di Rimini nei confronti di Louis Dassilva, il 34enne di origini senegalesi e unico indagato al momento per l’assassinio di Pierina. Fino a pochi giorni fa e prima dell’esito del tampone delle parti intime di Pierina Paganelli, il superperito Emiliano Giardina aveva già tamponato tutto l’inventario sigillato dalla squadra mobile, tra effetti personali della Paganelli, oggetti e vestiti sequestrati da casa di Louis Dassilva e impronte repertate sulla scena del crimine.
Come da disposizione iniziale del pm Daniele Paci c’era poi il tampone della parti intime della vittima del delitto, la cui analisi – dopo gli slittamenti dovuti all’istituzione dell’incidente probatorio quale sede entro cui svolgere gli accertamenti irripetibili – ha ora prodotto una risposta sulla scrivania di chi indaga. L’esito, però, è purtroppo poco rilevante ai fini della ricerca della verità sul giallo di Pierina, dal momento che dal tampone delle parti intime della donna è emerso solo il Dna della stessa 78enne uccisa e nessun altra traccia che possa essere ricondotta al killer o a chiunque altro. Tracce di Dna invece sono state trovate in minima parte in sette reperti chiave analizzati da Giardina, con campioni di materiale biologico che nei prossimi giorni saranno confrontati con il Dna dell’indagato Louis Dassilva, anche se non è sicuro si possa arrivare a un esito proprio perché la quantità del Dna maschile isolato in laboratorio sarebbe molto esigua. Ecco perché nella seconda metà di settembre è atteso anche un nuovo ’round’ di analisi dei reperti, sfruttando l’arrivo di un apposito laser che potrà fornire risultati ancora più accurati ai fini dell’indagine.
Tutto il possibile verrà compiuto nei laboratori di Tor Vergata, dove oltre al superperito sono coinvolti anche i consulenti di parte nominati dall’indagato (la genetista Marina Baldi e la criminologa Roberta Bruzzone), e dalle parti offese: il criminalista Davide Barzan e il generale Luciano Garofano per la nuora di Pierina, Manuela Bianchi, e Adriano Tagliabracci per i figli della vittima. Questo mentre per lunedì prossimo è l’appuntamento col Tribunale del Riesame, che dovrà esprimersi sulla misura di custodia cautelare applicata al 34enne indagato per omicidio e decidere quindi se confermarla o, nel caso, rivederla e ridimensionarla.