FRANCESCO ZUPPIROLI
Cronaca

Indagato per eccesso di difesa. Il militare: "Ho fatto il mio dovere". Accertamenti sui proiettili a segno

Il carabiniere Luciano Masini è sotto inchiesta dopo avere ucciso con la pistola d’ordinanza l’accoltellatore. L’avvocato del comandante: "Ha tutelato la sua comunità". Dall’autopsia il numero di colpi sparati a Sitta. .

Il comandante. Luciano Masini, poco dopo gli spari in via Casale (. foto Migliorini

Il comandante. Luciano Masini, poco dopo gli spari in via Casale (. foto Migliorini

"Ho fatto il mio dovere. Tutelando la mia comunità e il luogo dove vivo". È questo il pensiero di Luciano Masini all’indomani del Capodanno di terrore a Villa Verucchio. Il comandante della stazione locale dei carabinieri – ora indagato per eccesso colposo di legittima difesa – con queste parole ha spiegato la propria posizione al suo avvocato, Tommaso Borghesi, dicendosi anche "tranquillo" nell’attendere che le indagini sull’accaduto facciano il loro corso. Che il lavoro dei colleghi del Nucleo investigativo, coordinati dalla procura di Rimini, arrivi a diradare ogni nube sulla dinamica che lo ha portato a sparare e uccidere il 23enne egiziano Muhammad Sitta, il quale dopo aver già accoltellato quattro persone in strada lo aveva a propria volta aggredito brandendo una lama di 22 centimetri e urlando frasi in arabo.

"D’altronde la condotta dell’egiziano è stata già configurata dalla procura entro il reato di tentato omicidio plurimo. Si trattava di un soggetto altamente pericoloso e dall’intento omicidiario – chiarisce Borghesi, l’avvocato del luogotenente 55enne –. Dell’accaduto inoltre ci sono video e filmati, oltre a numerosi testimoni. Tutto materiale che siamo certi favorirà le indagini nel cristallizzare la dinamica". Al momento poi "il mio assistito non è sottoposto a provvedimenti di natura cautelare o disciplinare e non risulta alcuna sospensione dal lavoro – aggiunge ancora l’avvocato di Masini –. Non partecipa ovviamente alle indagini su quanto accaduto la notte di Capodanno".

Luciano Masini è un militare dell’Arma di lungo corso. Definito da tutti come "un carabiniere esperto", in servizio da circa 35 anni, in passato era stato anche istruttore di tiro e "senza aver mai avuto note negative sul suo curriculum – chiarisce ancora Tommaso Borghesi –. Un militare dalla carriera integerrima". Intanto la pistola del carabiniere, finita ora sotto sequestro, è stata già oggetto di perizia balistica. L’arma dispone di un caricatore da 15 munizioni e al momento del sequestro la pistola d’ordinanza aveva esploso un totale di 12 colpi. Sarà l’autopsia sul cadavere di Muhammad Sitta – svolta dalla dottoressa Donatella Fedeli e andata avanti per tutta la giornata di ieri e di cui oggi verosimilmente si conosceranno i primi riscontri – a stabilire quanti proiettili abbiano raggiunto la vittima. Dalle primissime sommarie informazioni sicuramente quattro colpi sono stati sparati a terra. Gli altri 8 proiettili potrebbero aver colpito in toto o in parte l’egiziano armato, ma di più se ne saprà soltanto con l’avanzare delle indagini.

Indagini che stanno ricostruendo anche la figura dell’accoltellatore Muhammad Sitta, il quale dai filmati delle telecamere – e anche dal video amatoriale girato da un testimone in cui viene ripreso l’intero ingaggio tra il militare e il 23enne armato – non sembrerebbe essere alterato, bensì lucido durante le aggressioni. Ma anche su questo aspetto gli esami tossicologici compiuti unitamente all’autopsia potranno fornire ulteriori risposte alla procura.