ANDREA OLIVA
Cronaca

Incubo meteo: "Il caldo aumenterà, ripensiamo le città e gli orari di lavoro"

Rimini, il meteorologo Pierluigi Randi: "Questi eventi si ripeteranno: occorre adeguarsi"

Incubo meteo  "Il caldo aumenterà  Ripensiamo le città  e gli orari di lavoro"

Incubo meteo "Il caldo aumenterà Ripensiamo le città e gli orari di lavoro"

Rimini, 20 luglio 2023 – "Il caldo non è più lo stesso di un tempo. Dobbiamo renderci conto che anche la nostra quotidianità deve cambiare". Pierluigi Randi è meteorologo di Meteo Romagna. Da anni studia i cambiamenti climatici, e una cosa appare certa: "Non abbiamo più le temperature di trent’anni fa, ce ne dobbiamo rendere conto e modificare le nostre abitudini e i luoghi in cui viviamo".

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Randi, partiamo dalla giornata di ieri.

"Stiamo attraversando una forte ondata di calore, con massime fino a 40 gradi percepiti. Sulle coste le temperature sono un po’ più basse di qualche grado rispetto all’entroterra ma non illudiamoci. Con le correnti che si possono sviluppare da sud ovest, attraverso la brezza arriva aria più umida e quindi la temperatura percepita aumenta".

Cosa ci aspetta?

"Le temperature si abbasseranno tra domani e sabato, poi torneranno ad alzarsi. Dovremmo portarci avanti questo caldo torrido fino al 26 o 27 luglio. Quelle che abbiamo avvertito negli ultimi giorni, e quelle che avvertiremo agli inizi della prossima settimana, sono temperature massime estreme per noi, che diventano un problema specialmente nelle città. Qui il tanto cemento impedisce il raffrescamento nelle ore notturne. Il rilascio di calore delle superfici non permette di scendere sotto i 25 gradi: questo ha un effetto molto importante sulle persone".

Cosa possiamo fare?

"Ripensare l’urbanizzazione dei luoghi in cui viviamo. È evidente che non si possono mettere gli alberi al posto delle case, ma vanno applicati interventi che limitino l’uso di cemento e permettano un abbassamento delle temperature. Il ricorso al verde e alle superficie verdi è fondamentale. A questi livelli è importante anche un grado o due di differenza. Se tra 19 o 20 gradi non avvertiamo cambiamenti, abbassare di un grado o due la temperatura nelle città in occasione di eventi eccezionali come questi farebbe una grande differenza. Dobbiamo pertanto cercare di adattare i nostri centri urbani a un clima che è cambiato".

Non si torna indietro?

"Simili ondate estreme in passato non c’erano. Avevamo estati calde e c’erano dei picchi, ma duravano tre o quattro giorni, non erano tanto prolungate. Nel 2003 abbiamo avuto un’estate caldissima e allora pensavamo a un evento quasi irripetibile. Sono trascorsi appena 20 anni e siamo su quei livelli, dopo avere avuto altre stagioni molto calde in precedenza. Dobbiamo cambiare le nostre abitudini".

Ma non possiamo fermare il lavoro e i cantieri perché fa caldo.

"E invece dobbiamo ripensare anche l’organizzazione del lavoro, soprattutto di quello svolto all’aperto. Gli orari di lavoro devono cambiare. Non si tratta più di eventi eccezionali visto che punte di 40 gradi le stiamo raggiungendo ogni anno. Quando si arriva a simili temperature bisogna muoversi con cautela".