Rimini, 3 agosto 2024 – Era il 7 maggio del 2023. Quella mattina, attorno alle 5.30, Giuliano Saponi - figlio di Pierina Paganelli, la donna uccisa con 29 coltellate in via Del Ciclamino, la sera del 3 ottobre dello stesso anno - era stato ritrovato agonizzante in un fosso, in via Coriano, a poche centinaia di metri da casa. Stando alla ricostruzione degli agenti della polizia stradale, il figlio di Pierina, che si stava recando al lavoro all’inceneritore di Raibano in bicicletta, sarebbe stato colpito al volto dallo specchietto laterale di un veicolo. A più di un anno di distanza, le indagini potrebbero presto concludersi con un nulla di fatto.
Sembra infatti essere ormai prossima l’archiviazione del fascicolo aperto dal pubblico ministero Luca Bertuzzi. In questi mesi non sarebbero emersi elementi utili ad individuare l’eventuale investitore che ha ridotto Giuliano in fin di vita, costringendolo ad un lungo periodo di riabilitazione lontano da casa. In un primo momento le attenzioni degli inquirenti si erano focalizzate sul fotogramma di una telecamera.
Un video che mostrava un furgone oppure una jeep allontanarsi da via Coriano ad un orario compatibile con l’investimento. Il filmato era stato sottoposto ad un’analisi approfondita, ma non sarebbe stato possibile risalire a numeri di targa. Rimaneva così in piedi l’ipotesi di un mezzo agricolo: un trattore che forse quella mattina stava uscendo da un campo. Ma anche in questo caso non sarebbe stato possibile stringere il cerchio e il mezzo ‘fantasma’ non è stato rintracciato.
Dopo il tremendo incidente, Saponi era finito in coma e, dopo il suo risveglio, era stato ricoverato nella clinica Sol et Salus. Il suo rientro a casa era avvenuto alla fine di ottobre, dopo cinque mesi. In una confidenza alle amiche, poi sentite dagli investigatori della squadra mobile come persone informati sui fatti in merito all’omicidio di Pierina, Manuela non aveva nascosto il proprio timore per un possibile coinvolgimento dell’amante, Louis Dassilva (in carcere dal 16 luglio in quanto unico indagato per il delitto Paganelli), in quello strano incidente.
Quella mattina però "non eravamo a Rimini, eravamo nell’entroterra marchigiano perché era morto un mio parente", ha detto la moglie di Dassilva, Valeria Bartolucci. Quest’ultima, nel frattempo, si sta preparando ad affrontare l’interrogatorio in Questura in programma lunedì alle 16. Sarà sentita nell’ambito dell’inchiesta per atti persecutori scaturita dopo la denuncia presentata da Manuela Bianchi.