REDAZIONE RIMINI

In fumo i soldi per gli investimenti. Raggirò l’anziano che assisteva, imprenditore condannato a 2 anni

Un 49enne è stato giudicato colpevole per truffa e autoriciclaggio del denaro dell’85enne per il quale fu tutore. Era accusato di avergli sottratto oltre 400mila euro. A processo anche i fratelli dell’imputato: assolti.

L’inchiesta nei confronti dell’imprenditore 49enne era stata condotta dai militari della guardia di finanza di Rimini

L’inchiesta nei confronti dell’imprenditore 49enne era stata condotta dai militari della guardia di finanza di Rimini

di Francesco Zuppiroli

Tutto era nato come un rapporto di fiducia totale. Un legame a doppio nodo tra un anziano 85enne un imprenditore riminese, ora 49enne, che a partire dal 2017 era diventato a tutti gli effetti il protetto dell’uomo, che era arrivato persino a designarlo quale proprio erede universale. Il 49enne, infatti, nell’arco di due anni per l’anziano avrebbe gestito anche il cospicuo patrimonio dopo che, su mandato dell’85enne, era stato incaricato di movimentare grosse somme di denaro per portare a termine un investimento che avrebbe fruttato una rendita da mille euro al mese per l’anziano. Un castello di presunte promesse che però sarebbe crollato dopo che il vento di querela aveva portato, da gennaio 2020, i militari della guardia di finanza sulle tracce di quell’imprenditore 49enne.

A far scattare nei suoi confronti la denuncia per appropriazione indebita, autoriciclaggio e persino rapina, era stato il risentimento da parte dell’anziano una volta scoperto che, in realtà, il 49enne non aveva mai fatto l’investimento per suo conto. Anzi, l’imprenditore aveva invece – secondo le accuse – compiuto numerosi trasferimenti di denaro per conto dell’anziano, indirizzando un totale di 410mila euro verso la propria madre. Una presunta macchinazione finanziaria per cui nel mirino delle indagini erano finiti anche il fratello e la sorella dell’imprenditore, accusati rispettivamente di riciclaggio e di avere schermato al fisco le operazioni del 49enne. Nel corso dell’indagine, l’imprenditore era stato accusato dall’anziano di averlo persino drogato, convincendolo ad assumere farmaci, per poi approfittarne per sottrarre all’85enne anche numerosi preziosi e oro.

Questo è quanto ricostruito dalle Fiamme gialle in sede di indagine, scattata quando l’imprenditore aveva lasciato l’assistenza dell’anziano, procurando lui una badante italiana che aveva contribuito a sollevare il velo sulle presunte macchinazioni del 49enne, prendendo anche il suo posto quale erede universale dell’85enne (poi deceduto nel corso del procedimento). Una lunga maratona di indagine che aveva poi portato a processo per nove capi d’imputazione l’imprenditore, oltre ai due fratelli. E proprio ieri, il procedimento nei confronti del 49enne si è concluso. L’uomo, difeso dall’avvocato Luca Greco, è stato condannato a 2 anni e 3 mesi di reclusione, e al risarcimento di di 350mila euro, per una delle appropriazioni indebite contestate, riqualificata in truffa, e per l’autoriciclaggio di 20mila euro: rispetto ai 410mila contestati inizialmente. Sono stati invece assolti il fratello dell’uomo, assistito dall’avvocato Tommaso Guerini del foro di Bologna, e la sorella, co-difesa dagli avvocati Greco e Guerini. I giudici del Tribunale di Rimini, riuniti in seduta collegiale, hanno anche disposto il dissequestro dei beni che erano stati ’sigillati’ nel corso dell’inchiesta, tra cui somme di denaro, due immobili e diversi preziosi inizialmente ritenuti provento della rapina per cui, però, l’imputato è stato invece assolto.