LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

Il delitto di Pierina, Bruzzone in difesa dell’indagato: "Immagini sgranate e indizi discutibili. Non è lui l’assassino"

La criminologa e consulente di Louis Dassilva smonta le ipotesi della Procura: "Vogliono dipingere Dassilva come una sorta di angelo vendicatore, ma non aveva alcun motivo di commettere l’omicidio"

Rimini, 18 luglio 2024 – "Ho letto il provvedimento e non mi convince per nulla. L’idea che mi sono fatta è che si sia individuato un sospettato e che gli inquirenti gli abbiano cucito addosso un abito accusatorio su misura. Ma ci sono tante, troppe cose che non tornano".

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Non lesina le critiche Roberta Bruzzone. La nota criminologa è la consulente di Louis Dassilva, il 34enne senegalese in carcere dall’altro ieri per l’omicidio di Pierina Paganelli.

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Oggi, alle 10, è in programma l’interrogatorio di garanzia. Dassilva sarà accompagnato dal suo legale, l’avvocato Riario Fabbri. Il pool difensivo nel frattempo potrebbe ricorrere al tribunale del Riesame per chiedere la scarcerazione di Louis dopo l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Vinicio Cantarini.

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Bruzzone, è ancora convinta dell’innocenza di Louis?

"Certo. Altrimenti avrei già abbandonato questo caso".

Per gli inquirenti la ‘prova regina’ è rappresentato dal filmato della telecamera della farmacia che alle 22.17 inquadra una sagoma dalla pelle scura dirigersi verso il civico 31. Per gli investigatori, quella figura - per via della sua andatura, corporatura e movimento della spalla - sarebbe sovrapponibile a quella di Dassilva.

"Parliamo di immagini sgranate, confuse, di bassa qualità. Anche la metodologia utilizzata per analizzarle è discutibile. Naturalmente le esamineremo attentamente insieme al nostro consulente. La mia prima impressione però è che, rispetto a questo elemento, ci siano ampi margini per le controdeduzioni. Quell’ombra che si vede nel filmato difficilmente può essere usata a fini identificativi. L’intero impianto accusatorio si basa su una logica circolare".

È rimasta sorpresa dall’arresto del suo assistito?

"Io e l’avvocato Fabbri avevamo messo in conto che una misura fosse in arrivo, anche se siamo rimasti stupiti perché si basa su elementi che erano da tempo in mano agli inquirenti. Sulle esigenze cautelari ci sarebbe da ridire: ricordiamo che Louis ha rinunciato volontariamente ad un viaggio in Senegal già programmato da mesi proprio per non accrescere i sospetti sul suo conto".

La Procura sostiene che Dassilva abbia agito per amore di Manuela Bianchi. In altre parole, avrebbe ucciso Pierina per liberare l’amante dalla suocera, che minacciava di portare a galla la loro relazione. Il movente passionale è credibile?

"Ho più di una perplessità. Mi pare che si stia cercando di far passare Louis come una sorta di angelo vendicatore disposto a tutto, anche a far fuori la suocera, in nome dell’amata. Ma non è una ricostruzione convincente. Pierina aveva già parlato con gli anziani dei Testimoni di Geova del tradimento della nuora. Che senso aveva ucciderla quando la rivelazione era già stata fatta e il meccanismo di valutazione della posizione di Manuela si era già messo in moto. C’è poi quella conversazione in Questura, tra Manuela e Louis, la sera del 4 ottobre. Gli investigatori l’hanno definita addirittura una confessione".

Non è così?

"Anche in questo caso, mi pare ci sia una lettura binaria delle circostanze. Le interpretazioni possono essere molteplici. A nostro avviso, ad esempio, Manuela, più che dalla gravità della situazione, appare molto più preoccupata dal fatto che la sua relazione con Louis possa non andare avanti dopo quello che è successo. E infatti lui la rassicura dicendo ‘Tra di noi non cambia niente’".