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Immigrati, la rabbia e il dolore: "Non è possibile morire così"

Il presidente dei Giovani musulmani di Rimini chiede di fare chiarezza sulla vicenda "Adesso dobbiamo stare accanto alla famiglia e aiutarla a rimpatriare la salma" .

Mohamed Hammar, presidente dei Giovani musulmani di Rimini

Mohamed Hammar, presidente dei Giovani musulmani di Rimini

Una comunità sotto choc. Che ora desidera "stringersi attorno alla famiglia". Ma che chiede anche "chiarezza" sulla possibile uccisione di un connazionale, avvenuta in circostanze ancora misteriose. Il delitto del 48enne Abderrahman Hamdane - il cui corpo senza vita è stato ripescato dai sommozzatori dei vigili del fuoco nel pomeriggio del 29 ottobre dalle acque del fiume Uso, tra Bellaria e San Mauro Pascoli - ha scosso nel profondo i tanti marocchini della provincia di Rimini. "Siamo addolorati e desideriamo esprimere le nostre condoglianze ai parenti per questa tragedia", afferma Mohamed Hammar, presidente dei Giovani musulmani di Rimini, anche lui di origine marocchina. "Non conoscevo personalmente Abderrahman anche perché era arrivato in Italia da poco, ma so che la famiglia vive in questo Paese da anni e che è ben inserita nel tessuto sociale. Nei prossimi giorni cercheremo di capire se la nostra associazione può fare la sua parte ed essere di supporto ai familiari anche dal punto di vista economico, specialmente per quanto riguarda l’eventuale rientro della salma in Marocco. E’ assurdo che una persona venuta in Italia per lavorare e raccogliere soldi abbia trovato la morte in una maniera al momento ancora inspiegabile. Speriamo che venga fatta chiarezza perché non è possibile morire in quel modo, a poche centinaia di metri da casa".

Hamdane era arrivato in Italia il 4 ottobre con un regolare permesso di lavoro. La settimana scorsa avrebbe dovuto cominciare a lavorare come bracciante agricolo in un’azienda del territorio e stava per firmare un regolare contratto con il suo titolare. I militari dell’Arma hanno parlato con i cognati della vittima (i fratelli della moglie, rimasta in Marocco), che lo avevano accolto nella loro casa in via Cassandra, a Bellaria. Risiedono in Romagna da quasi vent’anni e sono perfettamente integrati nella comunità locale. "Una famiglia per bene, dei grandi lavoratori", così li descrive chi li conosce. Hamdane non aveva avuto il tempo di ambientarsi in città e non conosceva nessun altro al di fuori della stretta cerchia dei familiari. Non sarebbero emersi precedenti penali né collegamenti con il mondo della criminalità, situazioni di tossicodipendenza o debiti.