
Tre anni e 4 mesi all’agente accusato di otto episodi di concussione. Secondo gli inquirenti, avrebbe preteso soldi dai commercianti. L’Unione Valmarecchia pronta a chiedere i danni al 53enne riminese.
Ha patteggiato una condanna a 3 anni e 4 mesi per otto presunti episodi di concussione, consumati o tentati. Ma per lui, ora, si apre anche la strada del licenziamento. Si è chiusa in questo modo, davanti al gup di Rimini Vinicio Cantarini, la vicenda processuale di un vigile urbano di 53 anni, in forza alla polizia locale dell’Unione di Comuni Valmarecchia. Difeso dagli avvocati Francesco Pisciotti e Massimiliano Giacumbo, l’agente ha scelto la strada del patteggiamento. Nei suoi confronti il giudice ha applicato anche le pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici per un periodo di due anni e della perdita del rapporto di lavoro. L’Unione Valmarecchia si è costituita parte civile con l’avvocato Moreno Maresi e sta ora valutando la possibilità di chiedere all’ex agente un risarcimento in sede civile. Il 53enne, che ad inizio aprile era tornato ai domiciliari per non aver rispettato il divieto di avvicinamento ai negozianti che erano diventati le sue vittime, al momento è sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di Rimini e all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Ha restituito autonomamente le somme ritenute oggetto di concussione ai danni dei commercianti (per un totale di circa 7/8mila euro). Contro di lui pendeva un’accusa particolarmente grave: aver chiesto soldi ai commercianti di Santarcangelo e di vari comuni della Valmarecchia, tutti stranieri, per chiudere un occhio durante i controlli. Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Rimini, avrebbero permesso di accertare otto presunti episodi, tra quelli effettivamente consumati o solo tentati. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Alessia Mussi, il 53enne – facendo leva sul suo ruolo di pubblico ufficiale – avrebbe cercato di persuadere i negozianti a pagare somme di denaro promettendo loro che in cambio avrebbero così evitato controlli amministrativi più stringenti e le relative conseguenze. Il vigile, presentandosi a volte in divisa e con l’auto di servizio e altre volte in borghese, avrebbe fatto credere di aver rilevato alcune irregolarità, che erano passibili di sanzioni. Sanzioni che potevano essere evitate con il pagamento di somme di denaro, allo scopo di chiudere lì la questione. Gli investigatori della polizia di Stato, nel giugno dell’anno scorso, avevano anche svolto una perquisizione nella casa del 53enne, sequestrando il suo telefonino Qualche settimana fa, l’uomo avrebbe violato il divieto di avvicinamento imposto dal giudice, presentadosi da uno dei commercianti che avevano deciso di denunciarlo e rivolgendogli, sostiene lo stesso operatore economico, delle minacce. Per questo motivo era tornato agli arresti domiciliari, mentre l’Unione Valmarecchia lo aveva sospeso con dimezzamento dello stipendio. "Attesa l’intervenuta richiesta di patteggiamento – spiega l’avvocato Maresi, rappresentante di parte civile per l’Unione Valmarecchia – il giudice non ha potuto decidere nulla circa la richiesta di risarcimento dei danni avanzata dall’Unione. Appare pertanto evidente che l’ente si riserverà di procedere nelle sedi competenti per vedersi riconosciuto il diritto al risarcimento degli ingenti danni subiti".
Lorenzo Muccioli