
Dopo una dozzina di dolorosi e travagliati anni per l’estenuante vicenda giudiziaria, il Trampolines, ristorante pizzeria con annesso Suite Hotel a quattro stelle, a marzo riaprirà i battenti, e finalmente senza la spada di Damocle che pendeva sul suo capo. Quando lunedì è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato, che stabilisce la regolarità della struttura, fugando ogni dubbio sugli abusi, Orfeo Walter Scarponi (87 anni) veterano della ristorazione riccionese, è scoppiato in lacrime. Tra un mese e mezzo la ripartenza, questa volta con la garanzia di dare seguito all’attività e dare certezza lavorativa ai dipendenti.
Si riapre con tutt’altro spirito? "Dopo tredici anni i giudici hanno confermato che al Trampolines è tutto regolare, ma il danno d’immagine, economico e morale subito, è enorme. Nessuno può immaginare cos’ho provato. Io e i miei familiari abbiamo vissuto e sofferto sotto il peso di accuse dalle quali finalmente il Consiglio di Stato ci ha scagionato".
Una battaglia combattuta a denti stretti?
"Siamo stati sempre sicuri di aver agito bene in base a regolare progetto per il locale e per l’hotel, richiesto dal nostro geometra al Comune, approvato dal consiglio, rilasciato e poi controllato più volte dai tecnici comunali. Ci siamo adeguati, investendo tanto denaro anche nei parcheggi. La denuncia nei nostri confronti è stata pesante".
Una storia da lasciarsi alle spalle?
"Questa vicenda mi ha distrutto. Buttarmi tutto alle spalle è difficile, ma ci proverò. Ricevuta la notizia dell’assoluzione, che ci scagiona da ogni accusa d’abuso, l’altro giorno sono crollato, più che per la gioia per il dolore, perché in quell’attimo mi è venuto in mente tutto quello che ho passato".
Dopo la pausa invernale si riparte?
"A metà marzo riapriremo il ristorante pizzeria e l’albergo. Ora cominciamo a ragionare anche per il futuro, perché prima si correva il rischio di dover demolire, per cui siamo sempre andati avanti nell’incertezza, senza sapere se l’anno dopo potevamo aprire. Una tensione continua che non ci consentiva neppure d’impegnarci col personale. Per fortuna anche precedenti sentenze di hanno dato ragione. Nel frattempo però siamo stati messi alla gogna, perché di fronte all’intenzione di farci demolire la struttura fronte mare, c’è chi di certo ha pensato che fossimo stati dei disonesti, l’opposto di quello che siamo".
Ora il lieto epilogo di una lunga storia?
"Avevo avviato il Trampolines nel 1963 con l’imprenditore Orfeo Grossi, che ha poi lasciato la società per proseguire con la sua attività, per cui dal 1967 sono andato avanti con mia moglie, Lia Magnani. Nel 2009 è stata costruita la nuova struttura, inaugurata nel 2010. Ho mollato due anni fa per lasciare spazio a tre dei miei cinque figli, Antonio, Alberto e Andrea. Cristina ci ha lavorato fino al matrimonio, e Alessandro ora è via. Andiamo avanti con la gestione di famiglia, aspettiamo solo che sparisca la pandemia".
Nives Concolino