REDAZIONE RIMINI

Il sindaco di Pennabilli Giannini in camicia nera, ordinanze e frasi choc: rischia un ‘richiamo’

La Prefettura mette sotto la lente le esternazioni anti-immigrati e i provvedimenti del primo cittadino. Della vicenda è stato interessato anche il ministero dell’Interno

La prefetta di Rimini con il sindaco Giannini durante una visita a Pennabilli

Pennabilli (Rimini), 17 luglio 2023 – Mauro Giannini finisce sotto la lente della Prefettura di Rimini. In via IV Novembre non sono passate inosservate le dichiarazioni del sindaco di Pennabilli contro la sistemazione di alcuni migranti nell’albergo Il Parco. "È arrivata una chiamata dalla Prefettura, mi hanno informato che riempiranno l’hotel con i profughi. Se togliamo la nostra ricettività turistica mi chiedo dove andranno i turisti. Sono molto preoccupato per i miei concittadini, per il mio territorio e anche per me stesso", aveva detto Giannini in occasione dell’inaugurazione della mostra dell’antiquariato.

Allo stesso modo non è passata inosservata l’ordinanza firmata da Giannini per bloccare i flussi migratori nel paese con l’obbligo, per chi desidera partecipare a progetti di accoglienza, di informare l’amministrazione attraverso Pec, pena una sanzione da 1.500 a 15mila euro. Un provvedimento destinato a far discutere, ma che avrebbe già fatto storcere il naso ai piani alti della Prefettura di Rimini, oltre che a una parte del mondo politico riminese. Per questo motivo le dichiarazioni e l’ordinanza di Giannini sarebbe oggetto di approfondimenti da parte del prefetto Rosa Maria Padova in accordo con il ministero dell’Interno. Non si è esclude che nei confronti del sindaco di Pennabilli possa arrivare un ‘richiamo’ ufficiale da parte dell’ufficio territoriale del governo. D’altra parte non è la prima volta che Giannini finisce nella bufera a seguito di alcune sue dichiarazioni sopra le righe. Ad esempio, nei mesi scorsi avevano avuto grande risonanza in tutta l’Italia le ordinanze con cui il sindaco pennese invitava la cittadinanza ad "essere felice" o quella con cui era stata imposta la benedizione pasquale nelle scuole, scavalcando le indicazioni dei dirigenti scolastici. In autunno Giannini aveva condiviso su Facebook un commento che aveva innescato un vespaio oltre che la reazione del centrosinistra.

"Sono partito per servire la bandiera, avevo solo un credo e la camicia nera". Un post che era stato bloccato e poi riproposto senza i riferimenti mussoliniani. In primavera invece era esploso un nuovo caso, quando Giannini era stato accusato di aver rilasciato dichiarazioni omofobe in occasione di una sua intervista radiofonica al programma ‘La Zanzara’. "Se avessi un figlio gay non sarei contento ma non lo posso ammazzare", erano state le parole del primo cittadino pennese.