Il ‘ritorno’ di Rossini dopo 215 anni per il concerto di San Gaudenzo

In Duomo stasera protagonisti l’orchestra e il coro della Cappella musicale malatestiana. Nel repertorio la ‘Messa di Rimini’ del 1809, ma anche ‘L’arte della fuga’ di Bach.

Il ‘ritorno’ di Rossini dopo 215 anni per il concerto di San Gaudenzo

Il direttore della Cappella musicale malatestiana Filippo Caramazza

Una stuzzicante novità segnerà quest’anno il repertorio e la scelta degli autori della 16esima edizione del concerto di San Gaudenzo, stasera alle 21 al Tempio malatestiano. Stiamo parlando di Gioachino Rossini. Dopo il ritiro dalle scene d’opera, il Cigno di Pesaro ha composto anche musica sacra. Tra queste alcune messe di Gloria ed in particolare la Messa di Rimini. La prima nella nostra città venne eseguita nel luglio 1809, in occasione del cambio della cattedrale da Sant’Agostino a Tempio malatestiano dedicato a Santa Colomba, e da allora mai più riproposta. Anche perché il manoscritto originale della partitura andò distrutto dai bombardamenti del ’44. Si deve però alle certosine indagini del presidente della Cappella musicale malatestiana Paolo Righini e al maestro Filippo Maria Caramazza che ha accettato la sfida se questa messa sarà riproposta. Tagliando così la testa al toro della polemica sull’autenticità della paternità di questa messa attribuita Rossini. Il direttore della Cappella musicale malatestiana, Caramazza, non ha alcun dubbio: "Ho suonato e analizzato la partitura, si tratta di un pezzo di Rossini al 100 per 100. Lo aveva composto a 17 anni. Credo che sia difficile pensare che qualcuno possa avere composto questa messa, rifacendosi al suo stile già cosi inconfondibile ai suoi esordi. Inoltre anche se si è persa la partitura originale, esistono copie a Parigi dell’intera messa e al ‘Martini’ di Bologna. L’ipotesi di un plagio è fantasiosa e quantomai lontana dalla realtà. Spero di coinvolgere in questo progetto la fondazione Rossini di Pesaro e riportare questa Messa anche nella sua città natale".

Per tornare al concerto in basilica cattedrale, a cura della Diocesi, una prima parte verrà dedicata al Contrapunctus XIX, l’ultimo dell’Arte della fuga di Johann Sebastian Bach. Questo e la messa di Rossini sono assai distanti per stile e genere. Bach usa la musica come ‘via di meditazione spirituale’. Rossini ha fatto divertire più di chiunque altro, con la sua musica dal ritmo freneticamente incalzante. Oltre all’orchestra e al coro della Malatestiana, diretti dal maestro Filippo Maria Caramazza, ci sono alcuni solisti: Federica Livi e Isabella Orazietti (soprani), Sara Rocchi (contralto), Marco Mustaro (tenore) e Li Shuxin (basso). Ingresso libero.