MARIO GRADARA
Cronaca

Il ricordo del discorso di Martelli. L’alleanza tra merito e bisogno: "Così cambiò la politica italiana"

Il 31 marzo 1982, al Palazzetto dello Sport di Rimini, il Psi apriva una nuova fase storica. A distanza di oltre quarant’anni, esponenti e testimoni dell’epoca rievocano quell’evento .

Il 31 marzo 1982, al Palazzetto dello Sport di Rimini, il Psi apriva una nuova fase storica. A distanza di oltre quarant’anni, esponenti e testimoni dell’epoca rievocano quell’evento .

Il 31 marzo 1982, al Palazzetto dello Sport di Rimini, il Psi apriva una nuova fase storica. A distanza di oltre quarant’anni, esponenti e testimoni dell’epoca rievocano quell’evento .

Palazzetto dello Sport, 31 marzo 1982. Alla conferenza di Rimini dell’allora Partito Socialista Italiano Claudio Martelli lancia una proposta che passerà alla storia come l’alleanza tra merito e bisogno. Un rivoluzione copernicana per l’epoca. La fine della politica come ideologia predefinita nella quale inscatolare la realtà. Un discorso che ha conseguenze anche sul piano locale: nel 1989 Palazzo Garampi è conquistato da una giunta di pentapartito, col Pci all’opposizione. Dopo 43 anni Martelli torna a Rimini per presentare il libro ’Merito e bisogno’.

"Ho ben presente l’intervento denso e interessante di Martelli che seguii in diretta quale segretario della Federazione Comunista Riminese – ricorda Nando Piccari –. Non era difficile cogliere come i contenuti e le riflessioni proposti da Martelli si ponessero ben al di sopra del clima di sostanziale autocelebrazione che purtroppo si respirava in quei giorni al Palasport".

"La mia vita politica è iniziata al palasport di Rimini – attacca Sergio Pizzolante –. Avevo 21 anni, arrivato a Rimini da poco, da Lecce. Già seguivo con interesse il nuovo Psi di Craxi. Ma è in quel luogo, in quel momento, con il discorso di Martelli che decisi che quello sarebbe stato il mio impegno politico. Divenne passione e poi addirittura lavoro. Martelli era poco più di un ragazzo e con quel discorso cambiò il Psi e la politica italiana. Aveva inventato categorie nuove. L’alleanza fra il merito e il bisogno. Fra la cultura liberale e quella socialista riformista. Il merito, la valorizzazione del merito, come valore di sinistra, perché è col merito che il figlio di nessuno può diventare un giorno padre di qualcuno".

"Ero allora segretario dell’Arci di Rimini e parte della delegazione nazionale – spiega Riccardo Fabbri –. Il discorso di Martelli mi toccò profondamente: era il tentativo di interpretare e dare risposta politica a una società profondamente cambiata e di marcare una capacità egemonica del Psi come artefice di un’alleanza riformista ancorata ad una visione coerente che teneva assieme libertà ed uguaglianza. Tenere assieme la società del merito (chi ha il potere di agire) con quella del bisogno (chi deve agire oppresso dal bisogno) è l’emblema di un intervento potente e corposo che dava sostanza autentica e legittimità alle ambizioni politiche del Psi".

"C’ero anche io sulle gradinate del palasport di Rimini – fa eco Sergio Gambini –. L’alleanza tra merito e bisogno era una suggestione affascinante, ma fu un treno perso per la sinistra italiana. Rivestivo la carica di segretario del Pci di Rimini. Uscii dal palazzetto con più interrogativi di quanti ne avevo quand’ero entrato, ma anche con la convinzione che la sfida sulla modernità, lanciata da Martelli, doveva diventare una vera ossessione politica per noi comunisti. E poi c’era quell’appello finale ai giovani del’68 e a quelli del ’77, ’alla loro tensione, alla loro immaginazione’, in nome di una risata, rubata ad uno slogan sessantottino, che avrebbe dovuto seppellire il sistema. Un fremito di invidia. Prova – ho pensato - a mettere una frase così in bocca a uno dei nostri dirigenti".

"Basta con le retrospettive – commenta Marino Bonizzato –. la Politica deve essere visionaria e volta in Avanti! Basta col solito tiro alla fune tra destra e sinistra che esaurisce ogni forza. Occorre far fronte comune verso i bulimici sistemi di poteri che impestano il mondo".

"In quel lontano 1982 – dice Marco Lombardi – non ero ancora impegnato politicamente, ma l’eco di quell’evento non poteva passare inosservato. Per la prima volta, da semplice elettore (allora della Dc) nasceva in me il desiderio di un maggiore impegno nella vita pubblica. Solo dopo qualche anno, con una maggiore consapevolezza politica, seppi apprezzare il discorso di Martelli e la politica di Craxi, che via via mi appariva sempre più come un illuminato precursore dei tempi".

Mario Gradara