
Claudio Luchetti, medico di base a San Giovanni in Marignano da 40 anni, è un nuovo cavaliere della Repubblica italiana. La prestigiosa onorificenza gli verrà consegnata ufficialmente giovedì in piazza Cavour. Il merito gli è stato riconosciuto per il suo operato durante i durissimi mesi del 2020, quando il noto medico di San Giovanni in Marignano si ritrovò a far fronte all’emergenza sanitaria e fu pure contagiato, affrontando una lunga degenza con sintomi piuttosto gravi; poi, una volta guarito, tornò immediatamente in servizio al fianco dei propri pazienti e concittadini.
Lei è stato un eroe del nostro territorio durante la pandemia. A un certo punto ha anche rischiato la vita.
"Quando nel marzo 2020 sono stato colpito dal Covid-19 ho avuto un lungo ricovero, al quale poi è seguito un periodo di isolamento e riabilitazione, non semplice, ma dal profondo valore formativo ed educativo per me".
E il Covid l’ha cambiata, dottore?
"Dopo la guarigione, grazie proprio a tale esperienza emotiva, umana e medica mi sono pure rinnovato nello spirito e sono tornato a lavorare al fianco dei miei pazienti, amici, concittadini. Certamente i mesi successivi sono stati caratterizzati ancora da timori e paure, ma ho ritrovato piena fiducia nella vita e nella professione di medico, che ho vissuto con una nuova consapevolezza. La nostra professione è davvero sempre più una missione di questi tempi".
E cosa dice del legame storico con la sua città?
"Nella mia lunga vita e carriera di medico e chirurgo ho affrontato numerose prove e vissuto anche attraverso scenari professionali sempre molto gratificanti e formativi. Ma essere medico di base nel mio paese natio è sempre stata fonte di grande orgoglio e soddisfazione personale".
Da quanti anni è medico a San Giovanni?
"Da una quarantina. Con molti pazienti ho vissuto la mia crescita umana e professionale, altri li ho visti nascere. E non dimentico neppure i tanti che ora non ci sono più e che ho accompagnato in momenti difficili e di sofferenza".
Si sente ora di voler ringraziare qualcuno per il riconoscimento?
"Penso a tutti i miei colleghi, anche al nostro responsabile sindacale Marcello Creti e al dottor Camillo Titolo, ex-responsabile di nucleo, i quali, pur avendo tutte le credenziali per essere onorati per questo riconoscimento, per l’impegno profuso nella risposta organizzativa e verso i pazienti durante la pandemia, hanno fatto un passo indietro facendo poi il mio nome come candidato. L’onorificenza chiaramente va estesa poi a tutti i colleghi medici, ai giovani delle Usca e della nostra dirigenza, che ha mantenuto sempre la difesa alta nella tempesta della pandemia".
Luca Pizzagalli