Il Pic Nic rivive tra le pagine di un libro

Il libro "Il Pic Nic resta" di Nicola Gambetti celebra la storia del locale riminese attraverso ricordi e testimonianze, con una presentazione in Cineteca il 25 giugno.

Il Pic Nic rivive tra le pagine di un libro

Il Pic Nic rivive tra le pagine di un libro

Risorge il Pic Nic. Nelle pagine di un libro. Il locale è un pezzo della storia di Rimini. Almeno quella recente, gli ultimi (quasi) sessant’anni. Si terrà martedì 25 giugno alle 17, 30 in Cineteca la presentazione del libro "...il Pic Nic resta", scritto da Nicola Gambetti, ideatore della pagina Facebook Rimini Sparita, che nell’occasione dialogherà con Pamela La Maida e Stefano Baldazzi. Libro patrocinato dal Comune e dedicato dall’autore "a Maurizio e Berto, a Berto e Maurizio". Naturalmente Maurizio Bellini, "elegante e strano bolognese trapiantato a Rimini", classe 1941, che lo inaugurò il 26 dicembre 1965, e Benedetto ’Berto’ La Maida, di tre anni più giovane e dal 1967 suo socio, che diventerà il fratello di una vita. Gli indimenticabili. Le due facce storiche del Pic Nic. Centonovanta le pagine del libro con toccanti ricordi e testimonianze, e tantissime belle fotografie degli ospiti del locale di via Tempio Malatestiano. "Chi lo leggerà – racconta Gambetti – ci troverà dentro 40 ricordi di altrettanti amici del Pic Nic (tra i tanti segnaliamo quello di Nando Piccari, titolo "La ’terza camera’ della politica riminese). Suddivisi tra sportivi, politici, giornalisti. Perché il ristorante di via Tempio Malatestiano era la casa dei riminesi. Un luogo del corpo (segnatamente il palato) e dell’anima, degli incontri, dell’amicizia, dello stare bene insieme. E punto di riferimento, tra l’altro, delle squadre di basket che partecipavano al Palio, ogni anno nella palestra del teatro Galli ancora diroccato. Il libro è un tributo alla memoria, per celebrare gli 80 anni che Bertino compirà quest’anno, il 17 settembre. "Bertino che in cucina al Pic Nic, dietro ai fornelli, stava un po’ nell’ombra. Vogliamo fargli vedere quanto la gente gli vuole bene", sorride l’autore.

Mario Gradara