MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Il piano anti-alluvione "Alzeremo il lungomare Presto le nuove vasche e il ’tubone’ a Rimini sud"

Così la città affronterà i rischi causati dai cambiamenti climatici. L’assessore Anna Montini: "Se questa volta non ci siamo allagati. il merito va anche al nuovo piano fognario, che ora completeremo".

Il piano anti-alluvione "Alzeremo il lungomare Presto le nuove vasche e il ’tubone’ a Rimini sud"

di Manuel Spadazzi

Se Rimini ha subito molto meno danni duante l’ondata di maltempo dei giorni scorsi, lo deve anche alle varie opere fatte nel corso degli anni, sul Marecchia e sul sistema fognario. "Ma non dobbiamo fermarci qui – dice l’assessore all’ambiente Anna Montini –

Oggi l’emergenza climatica è un dato di fatto, e dovremo affrontare sempre più spesso eventi simili a quelli della scorsa settimana. Per questo occorre proseguire per la messa in sicurezza del territorio, e lo faremo già con i prossimi interventi sul lungomare".

Partiamo da qui: quando i prossimi interventi e di che natura?

"I futuri tratti di lungomare (nella zona sud) saranno innalzati di circa un metro rispetto alla situazione attuale, per affrontare il pericolo di mareggiate. In autunno partiranno i lavori per le vasche di laminazione Rodella e Colonnella II - il bando per l’appalto è in corso - mentre a breve inizieranno quelli per la dorsale Ausa, il ’tubone’, che ci permetterà di intercettare le acque piovane a monte della Statale 16".

Il nuovo piano fognario quanto è stato determinante a Rimini, per risparmiare la città dall’alluvione?

"Tanto. Tutti ricordiamo cosa capitò nel 2011 e nel 2013. Il Psbo, e in particolare l’impianto di piazzale Kennedy, hanno avuto un ruolo chiave. Il 16 e il 17 maggio le vasche di piazzale Kennedy si sono riempite accumulando oltre 39mila metri cubi d’acqua. E le condotte marine hanno portato al largo (a un km da riva) 18 metri cubi d’acqua al secondo. Senza questi impianti, avremmo avuto allagamenti a Marina centro e in centro storico. Queste e altre opere fatte negli anni, come gli impianti a San Giuliano, in via Santa Chiara, all’ospedale, si stanno rivelando preziose".

Il fiume Marecchia ha fatto tremare parecchio...

"Questo può essere legato a una serie di fattori. Ma per fortuna il fiume non ha esondato. Eppure la portata ha sicuramente superato i 1.000 metri cubi al secondo, ma è entrato in funzione lo sfioro nel parco Marecchia, che è andato ad alleggerire la portata del deviatore".

Ci saranno altri interventi per la sicurezza del Marecchia?

"Li valuteremo, ma di interventi ne sono stati fatti diversi, dopo il deviatore. Ricordo quelli realizzati agli inizi degli anni 2000, attraverso la riprofilatura degli argini.

Ben più recente l’intervento della Regione sulll’alveo, all’altezza del ponte della Statale 16: poco più di un anno fa si è completato un intervento di manutenzione del fiume per abbassare il fondale dell’alveo, che ha permesso di aumentare il volume disponibile per il transito delle acque".