Il Mystfest celebra Tortora "La sua battaglia continua"

Parte stasera a Cattolica il festival: ospite speciale Francesca Scopelliti, compagna del conduttore televisivo che nel 1973 ideò il premio Gran Giallo.

Il Mystfest celebra Tortora  "La sua battaglia continua"

Il Mystfest celebra Tortora "La sua battaglia continua"

Apertura ufficiale del Mystfest, questa sera in piazza I° Maggio a Cattolica. Ospite speciale, con altre personalità, sarà Francesca Scopelliti, compagna di Enzo Tortora e presidente dell’omonima Fondazione Internazionale per la Giustizia. Non a caso, il Premio Gran Giallo Città di Cattolica mezzo secolo fa è nato proprio da un’intuizione di Tortora, che in spiaggia aveva notato tantissimi bagnanti intenti a leggere i gialli.

È andata proprio così?

"A Enzo quest’idea era venuta in mente a Cattolica, perché mentre era seduto sotto l’ombrellone insieme ad Alberto Tedeschi della Mondadori aveva notato che tantissimi leggevano questi libri gialli. Così, anche con Oreste Del Buono, è nato il Mystfest. Il mistero e il noir gli sono appartenuti al punto che l’ultima sua trasmissione televisiva del 1987, in Rai, era intitolata Giallo. Anche il cane, un pastore tedesco, si chiamava Giallo. Mi fa molto piacere tornare a Cattolica, dove nel 2017 avevo ricevuto il premio letterario Pegaso col libro Lettere a Francesca, rappresentare Enzo ora è un onore, è giusto ricordarlo per quello che ha fatto".

Lui era appassionato di gialli?

"Sì. Allora non pensava di essere protagonista di un thriller, di un crimine giudiziario, anche se poi di un giallo si svela chi è il colpevole, mentre nel suo caso i colpevoli non sono stati né colpiti, né puniti, per cui questo fa ancora più male. Lo dico da presidente delle Fondazione Tortora che Enzo mi ha affidato prima di morire. Mi ha lasciato in eredità questa grande battaglia per la giustizia giusta".

Perché Tortora tornò in Rai?

"Era tornato per dire ’dunque dov’eravamo rimasti’. Ci teneva e voleva riabbracciare il suo pubblico che non lo aveva mai dimenticato durante la sofferenza carceraria. In tanti continuavano a scrivergli dicendo: io prego un santo per lei. Doveva ringraziare tutti".

Tortora non era più il personaggio di Portobello?

"Era molto provato, quanto ha subito ingiustamente non è augurabile a nessuno. Quello commesso nei confronti di Enzo non è stato un errore giudiziario, ma un crimine, perché sapevano di perseguire un innocente".

Il 13 giugno è ricorso il quarantennale dell’arresto che sconvolse l’Italia, la Fondazione ora di che si occupa?

"Attraverso la fondazione, nata con la grande famiglia radicale della quale purtroppo adesso non c’è più nessuno, cerco di tenere vivo il ricordo di Tortora".

Nives Concolino