REDAZIONE RIMINI

"Il mare custodisce ancora i resti dell’Isola delle rose"

Spopola su Netflix il film che racconta la storia del micro-stato al largo di Rimini . Nel 2009 furono i sub del Dive Planet a ritrovare i ruderi della piattaforma

Un’immagine tratta dal film 'L’incredibile storia dell’Isola delle Rose'

Un’immagine tratta dal film 'L’incredibile storia dell’Isola delle Rose'

Per chi c’era, all’epoca, è stato come rivivere quei giorni. Ma il film sull’Isola delle Rose, dal 9 dicembre su Netflix (in attesa che i cinema riaprano) ha soprattutto il merito di riscoprire e far conoscere una delle storie più affascinanti della Rimini di quegli anni. Una storia, quella del micro-stato in mare fondato dall’ingegner Giorgio Rosa al largo di Rimini nel 1968, che per molti anni era finita nell’oblio. Diretto da Sidney Sibilia, con un magistrale Elio Germano nei panni di Rosa e un ricco cast (Luca Zingaretti, Fabrizio Bentivoglio, Matilde De Angelis, Leonardo Lidi), il film sta riscuotendo grande successo su Netflix: è il più visto di questi giorni.

L’uscita della pellicola ha ridestato nuovo interesse intorno alla storia (vera) dell’isola costruita da Rosa al largo di Rimini. Se oggi sappiamo esattamente dove si trovano i resti della piattaforma, che venne fatta esplodere nel febbraio del 1969, lo dobbiamo a Stefano Paganelli, fondatore del centro sub riminese Dive Planet. ’Capitan Steve’ (come lo chiamano) e i suoi collaboratori hanno trovato i primi resti in un’immersione del 2009, "e da allora – racconta – l’Isola delle Rose è uno dei relitti che andiamo più di frequente a visitare durante le nostre spedizioni e nelle gite che proponiamo con il nostro centro". Paganelli vide l’Isola delle Rose dal vivo prima ancora che venisse fatta esplodere. "Avevo appena 3 anni, ma me la ricordo bene. Ero andato a fare una gita in motonave insieme ai miei genitori, la vedemmo dalla barca".

La scoperta dei resti dell’isola è avvenuta esattamente 40 anni dopo. "C’erano mappe e coordinate che indicavano la posizione originale della piattaforma, ma nessuno in immersione aveva ancora avvistato il relitto. Dopo vari tentativi, nel 2009 siamo riusciti finalmente a trovare i resti dell’isola". Putrelle, mattoni, due boe che erano state usate dal genio militare per perimetrare l’isola prima di farla esplodere, e poi stoviglie e altre suppellettili: Paganelli e i suoi hanno trovato tanto materiale. E poi hanno avuto la conferma dallo stesso Rosa, a cui mostrarono le foto dei ritrovamenti, che si trattasse di resti della sua isola.

"I resti sono ovviamente ancora lì, in mare – continua Paganelli – Abbiamo raccolto soltanto un mattone, e l’abbiamo donato a Rosa". Il film è stato girato nel 2019, e prima delle riprese uno degli attori, Leonardo Lidi (nel film è Maurizio, l’amico di Rosa che lo aiuta a costruire l’isola), è stato per due settimane a Rimini, per prendere lezioni da sub al Dive Planet. "Gli abbiamo insegnato come fare le immersioni, ma soprattutto a parlare romagnolo – sorride Paganelli – Direi che siamo stati dei bravi maestri, soprattutto per l’accento".

Manuel Spadazzi