REDAZIONE RIMINI

Il maestro Pecci dà l’addio. Ma la vicesindaca non ci sta

Il maestro Fabio Pecci lascia le scuole di Riccione per mancanza di fondi, ma l'amministrazione assicura che potrà comunque collaborare con progetti futuri.

Il maestro Fabio Pecci lascia le scuole di Riccione per mancanza di fondi, ma l'amministrazione assicura che potrà comunque collaborare con progetti futuri.

Il maestro Fabio Pecci lascia le scuole di Riccione per mancanza di fondi, ma l'amministrazione assicura che potrà comunque collaborare con progetti futuri.

Il maestro Fabio Pecci dà l’addio agli studenti delle scuole riccionesi. che quest’anno non seguirà più. Lo fa con una accorata lettera sul proprio profilo Facebook spiegando che se questo accade, lo si deve alla "decisione dell’amministrazione, che in questo anno scolastico non eroga più fondi alle scuole ma gestisce direttamente la selezione, riservandola però solo agli enti del terzo settore, tagliando fuori così i liberi professionisti. Una scelta accentratrice". Dopo 30 anni di attività nelle scuole, il maestro dice di essere stato tagliato fuori in questo modo.

Il suo addio, pubblicato pochi giorni fa, ha attirato l’attenzione dell’amministrazione. La vicesindaca Sandra Villa ha voluto incontrarlo, fornendo una spiegazione molto diversa di quanto è accaduto. "Mi sono confrontata prima con i dirigenti delle scuole primarie in merito ai progetti musicali, successivamente con il maestro stesso – dice la vicesindaca – La possibilità di contribuire con le proprie competenze non è preclusa a nessuno, tanto meno a Fabio Pecci, che ringrazio per il prezioso lavoro svolto in tanti anni a Riccione. Ogni professionista può mettersi in rete con gli enti del terzo settore per proporre attività laboratoriali e collaborare alla realizzazione di progetti. Inoltre le scuole mantengono la loro autonomia nel decidere quali progetti attivare, potendo coinvolgere anche figure professionali esterne, come lo stesso Fabio Pecci. Se lo vorrà Pecci avrà certamente occasione di collaborare con le scuole riccionesi".