REDAZIONE RIMINI

Il lupo sta devastando le campagne. Gli agricoltori: "Siamo abbandonati"

Gli attacchi a greggi e animali domestici sono ormai quotidiani, spesso a pochi metri dalle abitazioni. . Coldiretti lancia l’allarme: la sopravvivenza delle aziende e delle comunità rurali è ormai a rischio.

Il presidente Guido Cardelli Masini Palazzi rincara la dose: «La presenza incontrollata dei lupi sta svuotando anche le montagne»

Il presidente Guido Cardelli Masini Palazzi rincara la dose: «La presenza incontrollata dei lupi sta svuotando anche le montagne»

La presenza del lupo nelle campagne dell’Emilia-Romagna, e in particolare nel territorio riminese, ha assunto proporzioni allarmanti. Sempre più spesso, allevatori e famiglie si trovano a dover fare i conti con un predatore che non ha più paura dell’uomo e che colpisce a ogni ora del giorno, anche a ridosso delle abitazioni. Non si tratta più di episodi isolati, ma di una vera e propria emergenza che minaccia la sopravvivenza dell’economia agricola locale e la sicurezza delle comunità rurali.

Gli attacchi si moltiplicano: pecore, capre, vitelli, animali da compagnia vengono sbranati sotto gli occhi impotenti di chi da anni lavora e vive in queste terre. Il senso di paura è crescente, così come il rischio concreto di abbandono delle zone montane e collinari, dove intere famiglie sono allo stremo. "Non possiamo più aspettare: servono misure urgenti e concrete per proteggere il nostro lavoro e garantire la sicurezza delle comunità", denuncia Alessandro Corsini, direttore di Coldiretti Rimini.

Il Presidente Guido Cardelli Masini Palazzi rincara la dose: "La presenza incontrollata dei lupi sta svuotando le montagne. Non è più solo un problema di predazioni, ma di sopravvivenza di un intero sistema agricolo. L’abbandono delle aree interne è già in atto".

Non bastano più recinzioni, cani da guardiania o buone pratiche: il lupo si adatta, impara, aggira ogni ostacolo. E quando il danno è fatto, i risarcimenti arrivano tardi, sono insufficienti e spesso parziali. Il carico economico, psicologico e organizzativo ricade tutto sulle spalle degli allevatori, lasciati soli ad affrontare un fenomeno fuori controllo. "Il dibattito sul lupo è troppo spesso ideologico", aggiunge Giorgio Ricci, vice direttore di Coldiretti. "Serve realismo: chi difende il lupo senza conoscere la realtà delle campagne, ignora il prezzo umano di questa situazione. Non si può più mettere la tutela di un animale sopra la vita e il lavoro delle persone".

Coldiretti Rimini chiede un censimento ufficiale per distinguere i lupi veri dagli ibridi e avviare misure di contenimento efficaci. La tutela della biodiversità non può avvenire a discapito delle persone. Difendere chi abita e lavora ogni giorno nelle campagne non è solo un diritto: è una necessità, prima che sia troppo tardi.