REDAZIONE RIMINI

Il gusto amaro dell’Aragosta

In scena sabato il testo scritto da Gabellini per Francesca Aiuraudo.

Il gusto amaro dell’Aragosta

Con "L’Aragosta" la stagione teatrale del Villa presenta sabato alle 21.15 l’ultimo testo di

Francesco Gabellini in una nuova produzione di Città Teatro. La produzione si avvale della scenografia di Paul Mochrie e della regia di Davide Schinaia. Si tratta di un monologo nel quale la protagonista femminile, Francesca Airaudo, parla in dialetto romagnolo, più specificamente nel dialetto di Riccione. Il sodalizio artistico tra Francesco e Francesca dura ormai da anni, ma questa volta il testo che Gabellini ha scritto su misura per l’Airaudo stimola l’attrice a dirigersi verso un nuovo utilizzo della lingua e di tutta la messa in scena, trattandosi di un testo che, pur possedendo una tessitura ironica, ha un impianto principalmente drammatico. Il famoso crostaceo del titolo è l’elemento che va a scardinare il ritmo del racconto, che ruota intorno all’esistenza sempre più isolata e frammentaria di una vecchia donna rimasta sola, con risvolti surreali e grotteschi. All’interno del testo sono presenti molte citazioni di autori cari a Gabellini.