Il governo non fa sconti. Zero ristori ai balneari: "Noi delusi e traditi, pensiamo alle vie legali"

Concessioni, bocciati gli emendamenti: niente indennizzi agli operatori

"Delusi e traditi". I bagnini masticano amaro, dopo che il decreto Fitto sulle concessioni balneari viaggia diretto verso l’approvazione. Il governo da oggi andrà a porre la fiducia sul decreto ’salva infrazioni’. Gli emendamenti che le associazioni dei balneari speravano di vedere inseriti sono stati bocciati. Tradotto: non ci sarà alcun valore d’impresa da tenere in considerazione nel momento in cui si andrà a bando. Restano gli indennizzi solo per gli investimenti effettuati nei 5 anni precedenti non ancora ammortizzati. "Sono pochi spiccioli. Se va bene forse qualcuno porterà a casa alcune migliaia di euro, tutto qui", attacca Mauro Vanni, presidente di Confartigianato imprese balneari.

I balneari sentono di essere rimasti con un pugno di sabbia in mano perché "con questo decreto – riprende Vanni – si spalancano le porte alle multinazionali. Il caso Jesolo insegna. Non è stato nemmeno considerato il numero minimo dei bandi per le concessioni a cui lo stesso soggetto potrà partecipare. E non credo che i Comuni avranno dei margini di manovra, in questo senso. Le piccole imprese saranno distrutte dalla potenza economica dei grandi gruppi. Quando questo accadrà il modello romagnolo, non solo la spiaggia ma l’intero modello turistico nostrano, fatto di piccole e medie imprese, sarà distrutto dall’arrivo delle multinazionali. Che decideranno il nuovo modello fatto di riduzioni del numero di ombrelloni, spiagge esclusive, costi maggiori... Uno scenario impensabile anche per tanti piccoli hotel". La delusione è fortissima: "Ci hanno tradito. Era meglio la legge Draghi. Oggi è toccato a noi, in futuro chissà a quale altra categoria toccherà la stessa sorte".

Le frecce nell’arco dei bagnini sono poche e spuntate. "Ricorrere contro il decreto non è possibile – dice Diego Casadei, presidente di Oasi balneari – Non per questo staremo con le mani in mano". Ecco allora le mosse a cui stanno pensando i sindacati dei balneari, per giocarsi le loro ultime carte e non presentarsi ai bandi con la bandiera bianca in mano. Nei giorni scorsi i balneari erano a Cesenatico a un incontro di Elena Ugolini, candidata presidente del centrodestra alle regionali. "Ci siamo confrontati", ammette Casadei. "A livello politico noi ci aspettavano ben altro. Siamo molto delusi. Vedremo come muoverci da un punto di vista sindacale per azioni di protesta nei confronti della decisione presa dal governo". Ma c’è anche un altro versante, su cui sono in atto le prime verifiche. "Se un’azienda ritiene che il proprio diritto sia stato leso allora può ricorrere per vie legali. Noi crediamo che non aver considerato il valore dell’impresa leda un nostro diritto e vada contro le stesse norme europee. Su eventuali azioni legali in tal senso andremo a fare verifiche con i nostri avvocati".

Oltre alla delusione resta la bagarre politica, con il Pd all’attacco. "Il decreto ’salva infrazioni’ passerà alla Camera senza modifiche alla direttiva Bolkestein e non conterrà nessuna delle tante promesse fatte da governo ai ai balneari – attacca il deputato Pd Andrea Gnassi – A partire da quelle della premier Giorgia Meloni che, durante il comizio di chiusura della campagna elettorale di Bucci, aveva annunciato nuove misure e strategie per il settore dei balneari. Invece nulla, anzi: la maggioranza, con la Lega in testa, ha ritirato tutti gli emendamenti. Questo governo si è diligentemente allineato ai diktat della Commissione europea, senza intavolare alcuna vera negoziazione".

Andrea Oliva