Il conto salato della burocrazia. Torna in Ucraina dopo l’incidente: "Non può ricevere il risarcimento"

Una 34enne fu travolta in bici, la compagnia di assicurazioni è pronta a riconoscerle oltre 100mila euro. Gli avvocati: "L’Inail vuole che torni in Italia per dare il via libera, ma lei è bloccata a causa della guerra". .

Il conto salato della burocrazia. Torna in Ucraina dopo l’incidente: "Non può ricevere il risarcimento"

Gli avvocato Fabrizio Pullè e Stefano Leardini

Bloccata in Ucraina dalla guerra, si ritrova con la casa distrutta da un bombardamento e due figli da mantenere. Una compagnia di assicurazioni è pronta a pagarle un risarcimento (oltre 100mila euro) per un incidente nel quale era rimasta ferita, avvenuto a Cattolica il 31 agosto del 2022. Un inghippo burocratico impedisce però ad una mamma ucraina di 34 anni di riscuotere l’indennizzo che le permetterebbe di trovare un po’ di serenità. L’episodio risale appunto all’estate di due anni fa. All’epoca la donna, che nel suo Paese d’origine lavora come infermiera, si trova in Riviera per fare la stagione come cameriera. Quel giorno percorre in bici via Del Prete in direzione di via Matteotti. Viene travolta e scaraventata sull’asfalto da un’automobilista. Viene portata in pronto soccorso con una frattura mascellare e un’altra della cornice orbitale, oltre a traumi a spalla e caviglia. In seguito le verrà anche riconosciuta una percentuale di invalidità a causa dell’infortunio subito. Sulla dinamica ci sono ben pochi dubbi: la compagnia di assicurazioni, contattata dagli avvocati Fabrizio Pullè e Stefano Leardini, accetta di raggiungere un accordo per un risarcimento economico a favore della donna. Qui però iniziano i problemi.

"Dopo quell’episodio – spiegano i legali – la nostra assistita ha fatto ritorno nel suo Paese d’origine dove nel frattempo è scoppiata la guerra. Essendo un’infermiera qualificata, non le è concesso di espatriare in quanto le sue competenze sono richieste in patria. Intanto la casa in cui abitava è stata devastata da una bomba e così la donna si ritrova senza più un tetto". "La compagnia di assicurazione – continuano gli avvocati – ha accettato di risarcirla, ma c’è un problema. Visto che il giorno dell’incidente la signora si stava recando al lavoro, la pratica è stata presa in carico dall’Inail che per poterla chiudere ha chiesto alla 34enne di sottoporsi ad una visita medica. Una visita che al momento risulta del tutto superflua visto che l’assicurazione si è già detta disponibile ad erogare il risarcimento, e alla quale ovviamente la donna non potrebbe mai sottoporsi non avendo la possibilità di tornare in Italia. A causa di un difetto di comunicazione tra l’istituto e la compagnia, l’indennizzo non può essere stanziato e resta al momento congelato. L’impasse potrebbe essere superata con una semplice informativa trasmessa dall’Inail. Nonostante le sollecitazioni da parte del nostro studio, la questione però non si sblocca e nel frattempo la nostra assistita continua a non vedere nemmeno un euro. Con quei soldi, la signora potrebbe comprare una casa nuova e assicurare un futuro ai suoi figli. A volte la burocrazia dovrebbe lasciare spazio anche alla solidarietà umana ed all’attenzione per chi vive in guerra".