FRANCESCO ZUPPIROLI
Cronaca

Il colpo di scena. Manuela Bianchi lascia i Testimoni di Geova: "Decisione dolorosa"

La nuora di Pierina Paganelli, che trovò il corpo senza vita della 78enne, ha scelto di dissociarsi dalla Congregazione: "Dopo l’omicidio la mia vita è stata messa in piazza creando problemi alla famiglia".

Il colpo di scena. Manuela Bianchi lascia i Testimoni di Geova: "Decisione dolorosa"

Un passo indietro "doloroso, ma secondo me dovuto". Ne parla in questi termini Manuela Bianchi – la nuora di Pierina Paganelli nonché colei che la mattina del 4 ottobre scorso scoprì per prima il cadavere della 78enne uccisa a coltellate nei sotterranei di via del Ciclamino – della sua scelta di lasciare i Testimoni di Geova. Una decisione presa in questi giorni e comunicata agli anziani del gruppo di fedeli di Rimini per sancire la dissociazione su base volontaria da parte della donna. A pesare nella scelta di Manuela Bianchi sarebbero state le pressioni e il fatto che da dopo l’assassinio della madre di suo marito Giuliano Saponi, "sono venute fuori tantissime altre cose personali – ha detto Manuela – la mia vita privata è stata messa in piazza e questo ha creato non pochi problemi non solo alla mia famiglia, ma anche alla mia famiglia spirituale, perciò alla Congregazione".

Intercettata dai microfoni di Storie Italiane, trasmissione di Rai 1, Manuela Bianchi ha poi aggiunto: "Sono... ero una Testimone di Geova, ma tramite una lettera ho detto ai miei anziani che non volevo più far parte della congregazione. I pettegolezzi, l’aspetto mediatico che ha circondato la congregazione hanno sicuramente pesato tanto sui miei fratelli. Per questo mi sono sentita in coscienza di prendere questa decisione così dolorosa, secondo me dovuta".

Scelte che non vengono commentate dalla congregazione riminese dei Testimoni, i quali rispetto al passo indietro di Manuela si limitano a commentare: "Rispettiamo quanto ha deciso e ne prendiamo atto pur non sapendo nel merito le motivazioni che l’hanno portata a fare questa scelta. Ma che sia avvenuto su base volontaria non comporta differenze rispetto alla disassociazione decisa dalla Congregazione", così il portavoce della comunità.

Per il presunto tradimento del marito con il vicino Louis Dassilva, infatti, Manuela Bianchi proprio la mattina in cui fu trovata morta Pierina avrebbe dovuto essere al centro di una riunione e di un giudizio da parte degli anziani della congregazione dei Testimoni di Geova di Miramare. Una questione poi accantonata per l’assassinio della 78enne, proprio di ritorno da un incontro di preghiera alla sala del Regno, e ora riaffiorata con la scelta volontaria della stessa Manuela di dissociarsi dalla Congregazione.

Una vicenda personale per la donna che insieme al fratello Loris e al vicino Louis in questi mesi di indagini sul delitto era già finita sin da subito al centro dei sospetti degli inquirenti pur non essendo, ancora adesso, iscritta nel registro degli indagati. La nuora d’altronde è sempre stata ascoltata quale persona informata sui fatti dagli investigatori della mobile, coordinati dal sostituto procuratore Daniele Paci, essendo stata lei la mattina del 4 ottobre a scoprire il cadavere di Pierina nei sotterranei di via del Ciclamino e poi lanciare l’allarme a cui si erano uniti anche un altro vicino e lo stesso Louis Dassilva.