REDAZIONE RIMINI

Il centro diventa un oratorio a cielo aperto

È partita la manifestazione nazionale dell’Anspi. Il presidente Dessì: "Valorizziamo sport, formazione e ricerca di nuovi linguaggi educativi"

Giuseppe Dessì, presidente dell’Anspi che ha Bellaria Igea Marina ha organizzato ‘Oratorio in festa’

Giuseppe Dessì, presidente dell’Anspi che ha Bellaria Igea Marina ha organizzato ‘Oratorio in festa’

È iniziata domenica la 42esima edizione dell’Oratorio in festa, manifestazione sportiva nazionale organizzata dall’Anspi (associazione nazionale di oratori e circoli) che quest’anno giunge per la 24esima volta a Bellaria Igea Marina. Più di 10mila i ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia, che fino a domenica si sfideranno in tornei multidisciplinari nel segno del divertimento. A parlare è il presidente dell’Anspi Giuseppe Dessì.

Quali sono gli obiettivi principali della manifestazione?

"Valorizzare lo sport, la formazione e la ricerca di nuovi linguaggi educativi. Il nostro è un oratorio a cielo aperto".

Il vostro motto è ‘Gioca con il sorriso’ ma questa frase oggi si sente sempre meno. Perché secondo lei i ragazzi non sono più liberi di giocare divertendosi?

"Bisogna educare i genitori e gli allenatori a mettere in condizione i giovani di fare quello che veramente desiderano, senza pressioni esterne. Non si possono riversare sui figli le aspettative di un adulto".

Quali figure possono aiutare in questo compito?

"Sicuramente gli edu-allenatori aiutano i ragazzi a realizzarsi nel modo più aderente ai loro obiettivi. Per lavorare in contesti educativi, come in un oratorio, è indispensabile avere conoscenze professionali come queste".

Domani ci sarà al Palazzo del turismo il convegno dal titolo ‘Quale patto educativo tra oratorio scuola territorio?’. Cosa può anticiparci?

"Riteniamo che il primo luogo educativo sia la famiglia. Successivamente i ragazzi frequentano i luoghi sociali come l’oratorio e la scuola, dove si esprimono senza genitori per la prima volta. Ed è proprio lì che si vede che tipo di educazione hanno ricevuto in casa. Se ci sono difficoltà, parrocchia e scuola devono cercare di riportarli sulla giusta via. Ma in che modo? Questo sarà uno dei temi di discussione".

In 24 anni quanti ragazzi sono stati portati a Bellaria?

"Una bella soddisfazione: nel complesso abbiamo registrato più di 500mila presenze".

Qualcuno di questi oggi ricopre ruoli sociali in vista?

"Sì, certo. Tutti hanno avuto un bello sviluppo. Dall’insegnamento alla politica, è un motivo di orgoglio averli visti crescere. Lo stesso sindaco Giorgetti ha fatto da noi l’arbitro di basket. Ma l’importante come diceva Don Bosco è creare dei buoni cristiani e onesti cittadini".

Come vede il futuro degli oratori in un contesto sempre più digitalizzato?

"Sempre positivo. Siamo noi che dobbiamo essere al passo dei ragazzi. Dall’anno scorso, ad esempio, abbiamo introdotto le gare di e-games, ovvero giochi elettronici, che vengono svolti dal vivo e favoriscono dunque la socializzazione".

Aldo Di Tommaso