Il caso Metro finisce al ministero: "Futuro a rischio per 97 lavoratori"

Gnassi chiede a Urso di aprire un tavolo per fare chiarezza sulla chiusura del punto vendita riminese

Il caso Metro finisce al ministero: "Futuro a rischio per 97 lavoratori"

La protesta dei dipendenti

"Metro chiude a Rimini ma apre a Olbia". Le scelte della società stanno mettendo con le spalle al muro una quarantina di dipendenti dello stabilimento riminese, destinato a chiudere come un altro stabilimento a Pozzuoli. Decisioni che finiranno all’attenzione del ministro delle imprese Adolfo Urso grazie a una interrogazione presentata dai parlamentari democratici Andrea Gnassi, Antonio Sarracino, Arturo Scotto e Roberto Speranza. Metro Italia spa ha già attivato la procedura di chiusura dei due punti vendita come comunicato nelle settimane scorse ai sindacati. "A detta dell’azienda le motivazioni - riprendono i parlamentari del Pd - sono sostanzialmente riconducibili all’andamento negativo dei due punti vendita, che non rendono ulteriormente sostenibili i costi di gestione".

Il 3 ottobre scorso nell’incontro tra azienda e sindacati, "la stessa Metro Italia ha ribadito le ragioni dell’apertura della procedura di informazione e consultazione che ha portato a una scelta così drastica. A rischio ci sono 97 lavoratori e lavoratrici diretti tra le sedi di Rimini (sulla Tolemaide) e Pozzuoli, ai quali si aggiungono coloro che operano in appalto". I sindacati hanno tentato di proporre strade alternative per individuare soluzioni che potessero garantire il mantenimento dei due punti vendita e dei relativi posti di lavoro, "ma hanno incontrato l’opposizione dell’azienda, che esclude tassativamente qualsiasi tentativo di rilancio per i due negozi, sostenendo che quelli messi in atto finora non hanno ottenuto risultati". Ed è su questo punto che i parlamentari sollevano incongruenze tali da sottoporre i piani dell’azienda al ministro. "Metro Italia evidenzia una situazione economica difficile, nel quadro di una crisi che investirebbe l’intera rete vendita. Tuttavia, se da un lato chiude i punti vendita di Rimini e Pozzuoli, dall’altro prevede l’apertura di un nuovo punto vendita a Olbia e di un deposito a Pontedera: operazioni controverse che, a detta dell’azienda, dovrebbero garantirne la tenuta nel nostro Paese".

Per Gnassi e gli altri deputati democratici "non si comprende come un’azienda come Metro possa pensare che il futuro dipenda dal sacrificare 97 lavoratori e lavoratrici e, contemporaneamente, aprire due nuove strutture". I deputati chiedono che il confronto con l’azienda si sposti, portando Metro Italia al tavolo del ministero. Difatti viene chiesto al ministro di "convocare tempestivamente un tavolo di crisi che coinvolga l’azienda e i sindacati, al fine d tutelare i livelli occupazionali dei due punti vendita e più in generale per effettuare un approfondimento sulla politica industriale di Metro Italia per scongiurare analoghe situazioni come questa, così come denunciano le organizzazioni sindacali".

Andrea Oliva